San Vittorino

San Vittorino è il nome della undicesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XI.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 8h del VIII Municipio.

Confini

Si trova nell’area est del comune, a ridosso del confine con i comuni di Tivoli, San Gregorio da Sassola, Poli, Castel San Pietro Romano, Palestrina, Gallicano nel Lazio, Zagarolo e Monte Compatri.

Storia

La zona presenta numerose testimonianze di insediamenti umani fin dal periodo eneolitico.

Il borgo di San Vittorino può essere considerato un classico esempio di borgo feudale.

E’ appartenuto al vescovo di Tivoli, nel X secolo, Nel 1411 fu consesso in feudo a Giovanni Colonna dai monaci di San Paolo, i quali lo vendettero nel 1411.

Nel 1430 era di proprietà di Stefano Colonna, per poi passarre, nel1448, inproprietà ai Barberini e successivamente alla famiglia Schiarra.

Geografia

La borgata di San Vittorino, che prende il nome dal santo omonimo vescovo e martire, sorge su un costone tufaceo delimitato da due valli adiacenti sorte dalla perenne erosione di due piccoli torrenti; è un’area di olivi e boschi selvatici, situata a circa 30 km dalla capitale, a 150 metri s.l.m.

L’ingresso del sito è costituito da un suggestivo arco di tufo.

Morfologicamente, in modo analogo a molti comuni del Lazio,  è collocato su di un  pianoro roccioso, con un perimetro caratterizzato da pareti a strapiombo. Quasi un’isola di roccia collegata alla “terraferma” tramite un’unica via, il cui accesso, è difeso da un ponte levatoio, da due torri e dal castello.

Il borgo è caratterizzato e costituito da un giro chiuso di case che in un unico punto si affaccia sulle valli circostanti, sorte dalla perenne erosione di due piccoli torrenti, e circoscrive una piazza interna interrotta da due file quasi ortogonali di case.

La borgata presenta tutte le caratteristiche sociologiche, culturali e storiche di un antico borgo o di un paese della campagna romana. Tutt’oggi sopravvivono gli elementi strutturanti la comunità medievale, quali il palazzo baronale, la chiesa, la fontana, la prigione.

Importante centro religioso della zona è il Santuario di Nostra Signora di Fatima a San Vittorino, che dipende dalla diocesi di Tivoli.

Castello di S.Vittorino

E’ un Castello Medievale situato in Via di Poli, dal Km. 27,500. La notizia più antica risale al 979, quando il castello è ricordato tra i beni confermati da Benedetto VII al vescovo di Tivoli. Segue un diploma di Ottone III (980-1002), per S. Alessio, in cui è ricordato come casale. In seguito fece parte dei possedimenti del Monastero di S. Paolo, mentre fra XII e XVI secolo seguì le sorti dei vicini Castelli di Corcolle e di Passerano. Nel 1630 fu acquisito dai Barberini.

L’accesso si trovava e si trova ancora tuttora sul lato orientale attraverso un ingresso che sembra risalire al XVII secolo, per un ponte costruito sull’antico fossato; è fiancheggiato da una torre a pianta quadrata. Sul lato SO era un portale in tufo del XVI secolo incastrato in seguito tra case. La porta aveva arco a tutto sesto bugnato, e pilastri dorici. Molto rimodernato poco rimane delle pareti e delle torrette in blocchetti di tufo (XIII sec.) del recinto, oggi appare come un piccolo villaggio.

Il santuario di Nostra Signora di Fatima a San Vittorino è una chiesa di Roma, nella zona San Vittorino, in via Degas. Sebbene sita nel comune di Roma, dal punto di vista ecclesiastico dipende dalla diocesi di Tivoli.

È stata costruita tra il 1970 (inizio dei lavori il 17 settembre) ed il 1979 su progetti dell’architetto Lorenzo Monardo e solennemente inaugurata il 13 maggio 1979 dal vescovo di Tivoli, monsignor Guglielmo Giaquinta. È stata ideata come una tenda, a pianta circolare, che innalza la sua cuspide verso il cielo, come un grande imbuto rovesciato. Le vetrate dei portali sono opera del sacerdote francescano Ugolino da Belluno, e raffigurano i simboli della passione di Cristo.

L’interno non ha navate, ma l’ambiente circolare confluisce, leggermente in discesa, verso il suo centro, ove è posto l’altare di marmo bianco, sopra una pedana, anch’essa circolare, di marmo nero. Dietro l’altare è posto un grande angelo, che sorregge il tabernacolo, ai cui piedi vi sono le statue dei tre veggenti di Fatima, Lucia, Francesco e Giacinta: il tutto è opera dello scultore milanese Montagutti. Ai lati dell’altare vi sono, da una parte una statua della Madonna di Fatima, e dall’altra un crocifisso.

Lungo le pareti è espostala Via Crucis, opera bronzea di Gabriele di Jagnocco.

La cripta è dedicata ai beati Francesco e Giacinta, i due veggenti morti prematuramente.