Podere Rosa

L’area che si chiama Podere Rosa, dal nome dell’omonimo Casale, costruito agli inizi del secolo scorso, sorge intorno agli anni Quaranta come un insieme di case sparse nel quartiere di Ponte Mammolo. È raggiungibili dalla via Nomentana, ma anche percorrendo a piedi il Parco di Aguzzano che gravita intorno ai quadranti di San Basilio e San Cleto.

Dalla via Nomentana possiamo prendere via Diego Fabbri che ci conduce in un sito, posto non lontano dal Casale Podere Rosa, in cui si colloca una villa romana ad uso rustico databile al periodo di età tardo repubblicana, ma con rifacimenti che si protrassero fino al IV-V secolo d.C. Tra le ville menzionate quest’ultima presenta i resti più consistenti. Sono visibili dei tratti murari in opus reticulatum relativi ad ambienti termali ed alcune stanze con pavimentazione a mosaico. Dall’ambiente termale si poteva accedere con una scala ai piani superiori. Le terme erano alimentate da una grande cisterna che si trova nel settore occidentale del complesso. In uno degli ambienti è presente un pavimento a mosaico con motivi geometrici a forma di reticolo ortogonale con tessere di colore bianco su fondo nero La villa fu rinvenuta durante gli scavi compiuti nel 1982. 
Il Casale, immerso nel verde di una piccola collina, è oggi di proprietà del Comune di Roma ed è stato ristrutturato dopo diversi anni di abbandono secondo tecniche bio-compatibili.

Nel 1993, si costituì l’associazione Casale Podere Rosa, nelle vicinanze del Parco regionale urbano di Aguzzano. Ambientalismo radicale, tutela dei diritti sociali e del lavoro, sensibilizzazione verso uno stile di vita meno consumistico sono i concetti fondamentali intorno a cui si è costituita l’Associazione.

Tra i numerosi progetti portati avanti dal Casale Podere Rosa, sono tra i più significativi, oltre alla valorizzazione del Parco di Aguzzano, l’Università, che offre una serie di seminari e dibattiti di approfondimento di diverse tematiche ambientali, proiezione di documentari, eventi teatrali musicali;la “Festa cittadina per l’Ambiente”, che si svolge in estate; il ripristino ambientale, il risparmio energetico e la riqualificazione del territorio; un progetto socio-riabilitativo che comprende la coltivazione di un orto biologico curato da giovani disabili, la realizzazione di un percorso sensoriale per le persone non vedenti e la creazione di un gruppo di falegnameria dedicato alla manutenzione del giardino: il Giardino delle Meraviglie, dove sono stati istituiti un impianto fotovoltaico, una stazione di compostaggio, sistemi per il riutilizzo dell’acqua piovana e collettori solari. Non mancano due locali di ristorazione bio e il commercio di prodotti equo solidali.