Torrenova

Torrenova è il nome della sedicesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XVI.

Confini

Si trova nell’area est del comune, a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.

Tenuta di Torrenova

Proprietà successivamente dei Colonna dei Rodi di Gennazzano e dei Della Valle, la tenuta di Torrenova fu acquistata nel 1562 da Cristoforo Cenci il cui figlio Francesco vi incorporò tre altri fondi vicini: le pediche di San Matteo, delle Forme e del Torraccio.
La prima era già posseduta dalla Chiesa di S. Matteo in Merulana, la seconda doveva il suo nome alle “forme” (arcacci) dell’acquedotto alessandrino e fu venduta a Francesco Cenci dai creditori dei fratelli Bellomo che se l’erano divisa; la terza aveva preso il nome del rudere romano e medievale situato in via Rocco Pozzi e impropriamente detto “il Torraccio”.
Diventate parte della tenuta di Torrenova , le pediche seguirono la stessa sorte. la tenuta di Torrenova fu messa all’asta nel 1599 dopo l’assassinio di Francesco Cenci e l’esecuzione di Beatrice Cenci e dei suoi fratelli e fu acquistata da Giovanni Francesco Aldobrandini, la cui nipote Olimpia la lasciò per eredità nel 1681 al suo primo marito, Giambattista Borghese.
Da allora la tenuta di Torrenova rimase in mano ai Borghese fino alla fine della prima guerra mondiale. Fu divisa, infatti la pedica delle Forme fu acquistata nel 1923 con il resto dell’unità di Tor Bella Monaca da Romolo Vaselli che vendette nel 1954 e 1955 il terreno, immediatamente lottizzato, dell’attuale Arcacci.
L’unità Torraccio, fu comprata nel 1922 da Giuseppe Conforti che nel 1936 la divise tra i suoi figli. Uno di loro, Manlio, ricevette la parte ad ovest della piazza del Torraccio e cominciò a vendere già dal tempo dell’ultima guerra.
La vera lottizzazione, però, non ebbe luogo prima del 1951-1952 e da essa sono nate le vie adiacenti alla via del Torraccio, nonché Via Selene, Dionisio, ecc.
Per questa nuova borgata fu scelto dal proprietario, per motivi personali, il nome di “Andrè” sostituito in seguito da quello storico di Torre Angela. Verso gli anni dal 1950-1952 un nipote di Giuseppe Conforti, Pietro, figlio di Agostino, vendette a lotti la zona di Montesanto a nord della ferrovia (Via Toraldo, d’Ambra, Prinzivalli, Rosini).

Il Castello di Torrenova

Il castello di Torrenova di origine medioevale, sorse nel sito di una villa di età romana appartenuta alla famiglia Pupinia. L’attuale denominazione suggerisce l’esistenza di una torre più antica, forse del XIII secolo, probabilmente denominata Torre Verde e da ricollegarsi al Torianum o Turrianum attestato nell’VIII secolo ed appartenente alla massa Calciana del Patrimonio Labicano. Fu anche detta Turris Iohannis Bovis, Rocca Cenci, Giostra; assunse il nome attuale probabilmente in occasione dei restauri ed ampliamenti ordinati da Clemente VIII (1592-1605) della famiglia Aldobrandini ed effettuati da G. Fontana tra il 1600 e il 1605.
Il fondo appartenne agli inizi del XV secolo alla famiglia Palosci; nel corso del ‘400 alcune parti della tenuta furono assegnate a diversi proprietari finché nel 1562 fu riunita nel possesso dei Cenci. A seguito di vicende giudiziarie che coinvolsero quella famiglia il fondo fu acquistato nel 1600 dagli Aldobrandini; nel XVI secolo appartenne ai Borghese che la tennero fino ai primi del ‘900.
Il complesso è costituito da un palazzo con merlature di tipo ghibellino, che comprende la torre, e da una chiesa di epoca cinquecentesca. Attualmente non è visitabile, poiché adibito ad abitazioni private.
L’edificio è composto da due bracci che si incontrano ad angolo retto; lo spazio così delimitato è chiuso sugli altri due lati da una recinzione che nel tratto sud-est comprende l’ingresso e la torre. Il braccio orientato nord-est, ornato da finestre con eleganti incorniciature, doveva costituire il lato nobile, come anche suggerisce la decorazione del portico a cinque arcate che ne ritma il prospetto sulla corte.
A circa 200 metri in direzione nord-ovest dal palazzo si vedono i resati di un ninfeo detto “Bagno della Bella Cenci”. Si tratta di un piccolo ambiente a pianta rettangolare, coperto con volta a botte, il cui ingresso, costituito da un arco, si apre ad est in corrispondenza di un rivo creato artificialmente. Il vano, che sorge sull’isoletta circondata dal canale, è decorato da graffiti e pitture, già estremamente deteriorate alla fine del secolo scorso.
All’interno della tenuta di Torrenova fu scoperto nel 1834 un grande mosaico, di epoca tardo imperiale, con raffigurazione di gladiatori in lotta con bestie feroci, che ancora oggi decora il pavimento di un salone del Museo Borghese, ospitato nell’omonima villa.
Tutta la zona ha restituito testimonianze di epoca romana . oltre a numerosissimi frammenti di decorazioni architettoniche, relativi soprattutto a monumenti funerari, si rinvennero un bellissimo sarcofago con la raffigurazione del mito di Atteone, conservato al Museo del Louvre, una lastra con Artemide Kourotrophos, oggi a Villa Borghese, e una statua di Helios, anch’essa al Louvre.
Infine a nord del Castello di Torrenova fu rinvenuto un mausoleo a pianta circolare, appartenente a P. Valerio Prisco, funzionario imperiale dei primi anni del II secolo.