Torre Gaia

Torre Gaia è il nome della diciassettesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XVII.

Confini

Si trova nell’area est del comune, a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.

Storia

La zona di Torre Gaia, posta al 14° km., sulla destra, della Via Casilina, tra l’antico castello dei Cenci e la Borghesiana, probabilmente appartenne anticamente alla famiglia dei Festi, come si evince dal rinvenimento di una epigrafe, relativa ad un sarcofago, dove compare il nome di una Fulvia Festa e dal toponimo di epoca tarda  “Massam Festii in territorio praenestino” . Fu poi abbandonata a seguito dell’impaludamento e del sorgere della malaria, fenomeni comuni a gran parte della Campagna Romana  conseguenti allo spopolamento e all’abbandono della campagna nei secoli post-antichi.

L’area non rientrò nelle opere di bonifica  previste dalle leggi del 1878, del 1883 e del 1905 che includevano i territori compresi in un raggio di 10 km dal centro di Roma. Solo nel 1909 ebbero inizio i lavori di risanamento nella tenuta di Torrenova, della quale facevano parte Torre Gaia e le tenute di Pantano e Corvo che appartenevano al principe Borghese, ma ancora nel 1929 il territorio risultava impraticabile.

In quello stesso anno i terreni furono in parte acquistati dalla società S.A.I.A. che si propose di farvi sorgere una moderna borgata con il nome di Torre Gaia, finalizzata allo sfruttamento agricolo; contemporaneamente sorsero i primi fabbricati.

Oggi il comprensorio di Torre Gaia costituisce una bella zona residenziale, ancora interessata dall’espansione edilizia.La moderna Via di Torre Gaia  ricalca il percorso dell’antica via Labicana tra l’VIII e il IX miglio.

Seguendo via di Grotte Celoni si raggiungono i resti di due cisterne di epoca romana.

In questa località sorgeva una torretta, ora non più visibile e nota da un documento del 1400, chiamata Il Torraccio. I ruderi di questo torre, risalente al XII secolo e visibile da Tor Bella Monaca, sono stati incorporati nell’attuale casale di Grotte Celoni.

Nella zona si rinvenne un gruppo di cinque sarcofagi, databili tutti tra il II e il III sec. d. C.: un sarcofago con la rappresentazione dei Misteri di Eleusi, uno con la raffigurazione del mito di Endimione e Selene, un altro dalla particolare forma ellissoidale, con il mito di Dioniso e Arianna, alcuni frammenti con una rappresentazione relativa alle origini di Roma ed infine un coperchio con la figura di un giovinetto giacente, probabilmente il ritratto del defunto. Inoltre, nella stessa zona, si hanno notizie di rinvenimenti di sepolcri e epigrafi.

Svoltando a destra su Via delle Due torri, che attraversa il moderno comprensorio di Fontana Candida, si giunge al cosiddetto Torraccio, il rudere di una cisterna di epoca romana relativa ad una villa che qui esisteva. Il rinvenimento di un bollo laterizio del 134 d.C. e di ceramica tardo medioevale permette di inquadrare cronologicamente il sito.