Torre Spaccata

Torre Spaccata è il nome della dodicesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XII.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 8a dell’VIII Municipio.

Confini

Si trova nell’area est del comune, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare.

Luoghi d’interesse

Lo scavo di Torre Spaccata ha portato alla luce una zona abitata da uomini risalente a circa 6.000 anni fa. Il ritrovamento è stato del tutto casuale e si verificò durante la costruzione dell’Istituto tecnico Severi. Qui sono stati ritrovati pesi utilizzati per i telai, lame, punte di freccia, ossa di animali (pecora o capra) e dell’argilla cotta. I ritrovamenti hanno permesso agli studiosi di ricostruire la vita degli abitanti di questo sito, che non conoscevano il metallo, e con molta probabilità erano pastori e coltivatori poco evoluti.

Storia

Torre Spaccata occupava un’importante posizione strategica che permetteva un efficace controllo sulla Casilina (Labicana) e Tuscolana.

Il nome di Tor Spaccata compare solo dal XVII secolo come si evince dalle carte e probabilmente è da mettere in relazione allo stato di rovina in cui versavala costruzione. La base quadrangolare misura mt. 8 di lato, è costruita mediante l’impiego di tufelli o piccoli blocchi parallelepipedi di tufo alternati a file di laterizi che appartengono alla fase costruttiva delle strutture medievali relative ai sec. IX e X .

Rifacimenti  e restauri furono eseguiti nei secoli successivi (dal XII al XIV sec.) e portarono alla realizzazione delle pareti della torre in blocchetti di tufo e dove vi era bisogno, murature di contenimento eseguite con materiali di recupero antichi e scaglie di selce. Le rovine che oggi non superano i6 m. di altezza e conservano alla base i resti di un sepolcro romano in laterizio e più precisamente un colombario di età antonina (II sec. d.C.) ancora ben conservato, mentre nel terreno circostante sono sparsi i resti di una grande villa romana che si estendeva nelle vicinanze e che in parte è stata individuata nel corso di uno scavo d’emergenza effettuato dalla Soprintendenza archeologica di Roma.

Sui resti del complesso funerario romano si sono sovrapposti resti che vanno dal tardo antico all’epoca bizantina al medio evo quando nel XIV sec. e più precisamente nel 1369 la tenuta del Casale Palazzetto di cui faceva parte la torre fu venduta dal canonico Lateranense Lorenzo Angeleri al monastero di Sant’Eufemia; da allora il casale compare con il nome di Palaczectum S. Heufemie che passò alla fine del medio evo, alla famiglia degli Astalli e da questi successivamente alla famiglia dei Della Valle.

Il primo nucleo del quartiere di Torre Spaccata fu inaugurato il 15 agosto 1961.

Il quartiere, una vasta zona della periferia est di Roma, si estende a ventaglio, un chilometro e mezzo dentro il Grande Raccordo Anulare (uscita 18), ed è delimitato a Nord dal viale Palmiro Togliatti, ad Est dalla via Casilina, a Sud da via di Torre Spaccata e ad ovest dalle vie Roberto Fancelli e Pietro Sommariva.
Progettato e realizzato come un “quartiere residenziale popolare” da contrapporre all’abusivismo dilagante della periferia, per dare alla gente del ceto medio un quartiere abitabile, dignitoso, pensato con validi criteri urbanistici.

Tutte le strade del quartiere sono intitolate a personaggi che hanno legato il loro nome alla cultura romana (riassunti appunto nel viale dei Romanisti… che non sono ovviamente i tifosi della Roma!): poeti romaneschi come Adone Finardi, Giuseppe Berneri, Alessandro Barbosi, Camillo Peresio, Pietro Sommaria o personaggi della cultura popolare di Roma come Rugantino e il Sor Capanna.

Infine la popolazione: i nuclei originari erano quasi tutti immigrati del centro sud, di ceto medio impiegatizio (ferrovieri, impiegati statali, appartenenti alle Forze Armate), generalmente con un solo stipendio, le donne essenzialmente casalinghe e numerosi figli a carico.

La torre e i castelli

Tra il XII e XIII secolo, fanno la loro comparsa le torri di segnalazioni e di avvistamento, poste anche per controllare l’arrivo degli arabi. Se vogliamo avere un’idea di questo tipo di costruzione, al bivio di Tor Sapienza, sulla via Prenestina, possiamo vedere Tor Tre Teste, o meglio uno spaccato che di essa rimane, ma assai interessentante, poiché murato c’è un medaglione recante i tre volti che ad essa danno il nome.

Altra torre importante si trova all’interno dell’area archeologica di Gabii ed è la Torre di Castiglione conservata ottimamente. Il nome di questa torre compare in un documento di archivio dal 1259.

Il medioevo porta a grandi trasformazioni nella campagna romana; nascono le lotte per le investiture mentre gli enfiteuti si trasformano in feudatari. Questo porta nel Rinascimento al formarsi di notevoli possessi agrigoli gestiti da grandi famiglie romane divenute eredi delle piccole e grandi proprietà appartenute alla chiesa.

Lungo le vie miliari nascono i primi castelli e significativa testimonianza nel territorio è il castello di Lunghezza. Per apprezzarne la maestosità sarebbe sufficiente far correre il pensiero ai tanti suoi ospiti illustri.

Due nomi per tutti: MICHELANGELO BUONARROTI, che si dice abbia danzato lì, la prima ed unica volta nella sua vita tra le braccia della ancor piccola Caterina Medici, e la grande ELEONORA DUSE, che ha lasciato a testimonianza della sua visita una piccola vetrata artistica posta nella cappella all’interno del castello.