Tor Pagnotta

Tor Pagnotta è il nome di un’area urbana del XII Municipio di Roma, piano di zona C6. Fa parte della zona Z.XXII Cecchignola.
È situata a sud della capitale all’interno del Grande Raccordo Anulare, tra le vie Laurentina e Ardeatina.

Il nome è una deformazione moderna dei nomi medievali Piliocti e Piliocta che compaiono in documenti del XIII secolo d.C.; anche questa proprietà è appartenuta fino ai primi del ‘900 ai Torlonia, come la vicina Cecchignola.

In questi ultimi anni ha visto l’insediamento di importanti centri direzionali (Poste, Finanza e società di informatica) e centri commerciali.
Vi ha sede la Fondazione EBRI, istituto di ricerca internazionale per lo studio del cervello, fondata nel 2001 da Rita Levi-Montalcini.

Storia
In origine era una tenuta agricola di circa 414 ettari, con un casale provvisto di torre, di cui oggi non restano che pochi reperti.
Il 3 maggio 1259, su autorizzazione del gran maestro Thomas Bérard, il maestro d’Italia Pietro Fernandi permutò i possedimenti della rocca di San Felice Circeo, l’enfiteusi su Santa Maria della Sorresca ed altri terreni in Terracina, con la tenuta di Tor Pagnotta, di proprietà del “Magister Jordano Sancte Romane Ecclesie vicecancellario et notario”, divenendo così patrimonio fondiario dell’Ordine dei Cavalieri templari.
Il casale di Tor Pagnotta compare in una citazione da parte di frà Vivolo di Sancto Justino negli atti del processo contro i Templari dello Stato Pontificio.
Il 21 febbraio 2007 è stato smantellato un campo nomadi situato all’angolo fra via Laurentina e via di Tor Pagnotta.

Tenuta di Tor Pagnotta

I recenti lavori di urbanizzazione di una parte del settore meridionale della tenuta, situata tra il Grande Raccordo Anulare a nord, Via Castel di Leva a sud e la Via Laurentina e Via della Cecchignola rispettivamente a ovest e ad est, hanno permesso di eseguire un’accurata campagna d’indagine archeologica preventiva su una vasta superficie di circa 40 ettari d’estensione, protesa verso il lato nord, con una dorsale tufacea separata su ambo i lati da zone di compluvio naturale.

Della torre medioevale, situata su un’alta collina a circa 1200 metria sinistra del chilometro 8,500 della moderna Via Laurentina, notevolmente rovinata, si conservano i resti della base, di forma quadrata, realizzata in scaglie di selce e l’alzato costruito in frammenti di tufo, selci e scaglie marmoree. Sul lato sud si accedeva, tramite una scaletta esterna in mattoni, all’ingresso della vedetta.

La torre, posta a metà strada tra le Vie Laurentina e Ardeatina, era al centro di un luogo strategico, venendosi a trovare circondata da una serie di vedette di guardia dislocate nelle vicinanze.

Le ricerche nel comprensorio di Tor Pagnotta hanno evidenziato, al centro del pianoro, le tracce di un articolato sistema di canalizzazioni scavate nel banco di tufo con probabile destinazione per uso agricolo, forse per l’impianto di un frutteto di meli o per un vigneto.

Queste strutture, insieme a resti di fosse e pozzi idrici, sono databili probabilmente al periodo medio repubblicano (IV-III secolo a.C.); altri resti, riferibili a stanziamenti di tipo rustico, sono stati individuati a circa 1200 metri ad est della torre di Tor Pagnotta (presso il 10° Casale di Bonifica) e a circa 400 metri ad est dal 7° Casale di Bonifica.

Alla stessa epoca deve risalire un nucleo di sei tombe a “pseudo-camera”, situato su un pianoro di fronte al complesso medioevale di Tor Chiesaccia (XII-XIII secolo d.C.).

Le sepolture, scavate nel banco di tufo, si distribuivano in modo casuale nell’ambito dell’area indagata; la loro caratteristica riguardava la presenza di un’anticamera che precedeva la stanza di deposizione dell’inumato, disposto su una banchina realizzata in fondo alla cella o sui lati lunghi.

Le caratteristiche formali e tecniche di queste tombe, che richiamano tipi diffusi sul territorio durante il periodo dell’orientalizzante recente, non escludono un’origine più antica per la frequentazione di tali sepolcri.

E’ interessante notare che questi gruppi di tombe a camera, sparsi nel territorio, presentano una distanza, in linea d’aria, misurabile in media intorno ai due chilometri, come se le aree fossero ripartite in precise sfere d’influenza.

All’estremità occidentale della tenuta, lungo la moderna Via Laurentina, nei pressi di ponte della Chiesaccia, sono stati rinvenuti i resti di un tracciato stradale che, già individuato nell’area di Vallerano (strada 3), risaliva, dopo aver attraversato il fosso omonimo, lungo un compluvio naturale, verso il pianoro del comprensorio di Tor Pagnotta; probabilmente questa strada, dopo aver attraversato la tenuta, si dirigeva, con andamento grossomodo nord nord ovest, verso l’abitato protostorico della Laurentina Acqua Acetosa.

Recentemente, a sud di questa zona, durante i lavori di raddoppio dell’attuale Via Laurentina, all’incrocio con Via di Castel di Leva, è stato rinvenuto un altro tratto di strada, probabilmente risalente già ad epoca arcaica, che si raccordava, verso nord ovest, con il tracciato stradale sopra menzionato; sul lato opposto, questo diverticolo, doveva proseguire, con andamento grossomodo sud est, verso la moderna lottizzazione di Casal Fattoria nella tenuta di Valleranello.

Durante indagini tuttora in corso, sul limite sud ovest del comprensorio, sono state individuate alcune aree di cava prolungatesi fino ad epoca tardo imperiale.