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Acquafredda

Proseguendo per la via Cornelia incontriamo la località Acquafredda. Prende il nome dalla freschezza delle acque del fosso della Magliana dove si fermò, secondo lo storico latino Procopio nel suo ” Bellum Ghoticum, il re dei Goti Totila quando, nell’anno 547, invase Roma.

Valcannuta

Partendo da via Madonna del Riposo si può percorrere la via Aurelia Nuova, il cui tracciato si sovrappone a quello della via Cornelia arrivando in località Valcannuta.

Il suo nome deriva da “cannutulum” per l’abbondanza di canneti che esistevano sul territorio, ormai completamente urbanizzato: è qui che avveniva l’incontro tra la via Aurelia Vecchia e la Nuova oltre il quale, le due vie ormai unificate, si dirigevano in direzione Civitavecchia, esattamente all’altezza della Torretta Troili, dal nome degli ultimi proprietari, torretta che strategicamente ne sorvegliava l’incrocio.

La via Cornelia, lasciata la via Aurelia Nuova, si inoltrava nel territorio di Boccea seguendo il tracciato della moderna via Boccea, il cui nome deriva, oltre che dalla presenza del castello omonimo al Km. 14+500, anche dalle numerose piante di bosso, “buxsus”, attraverso cui si snodava.

Municipio XVIII

Il territorio della Municipio Roma 18 è quanto mai esteso e partendo da S. Pietro arriva alla campagna oltre Castel di Guido sino al fiume Arrone, in prossimità del bivio di Fregene.

In questi luoghi si trovano presenze archeologiche che risalgono addirittura al Paleolitico inferiore, medio e superiore.

La sua storia risente prima dell’influenza dei vicini etruschi, essendo un territorio di confine tra il mondo etrusco e quello latino – come testimoniato dai resti di abitati e di necropoli rinvenuti nella zona di Castel di Guido (l’antica Lorium) – e successivamente dell’influenza romana.

Tutto ciò perché la ricchezza di risorse presenti nel territorio a nord del Tevere, tra Roma ed il mare, ha favorito l’insediamento dell’uomo: ricco di acqua e fertile, quindi adatto alla coltivazione ed al pascolo, offriva i materiali da costruzione come il tufo e l’argilla, e le materie prime (la selce, ad esempio) utili alla fabbricazione di utensili essenziali alla difesa e alla caccia. Risorse assai preziose erano costituite dalle “saline”, sottratte con la forza agli Etruschi, da Romolo o forse da Numa. Il sale era indispensabile, in quell’epoca, per la conservazione della carne e per la produzione casearia: i romani stessi definivano “salarium” lo stipendio, forse originariamente corrisposto in sale.

Con l’espansione di Roma la viabilità si spostò in questa direzione con la via Caere’Roma che, ricalcando in parte l’attuale via Boccea, raggiungeva Ceri e proseguiva sino a Cerveteri. E’ probabile che nello stesso periodo si sia sviluppato un altro percorso corrispondente all’attuale via Aurelia per scopi militari e commerciali. La zona quindi, per le sue caratteristiche e per i commerci che vi si erano sviluppati, nonché per le importanti vie di comunicazione, si urbanizzò rapidamente, in particolare lungo la via Aurelia.

Con la caduta dell’Impero Romano e la conseguente crisi che ne seguì, tutta l’area rurale ebbe un forte tracollo demografico ad eccezione di pochi borghi come Lorium, divenuta sede vescovile, S. Rufina, centro religioso di primaria importanza, e forse Malagrotta e Boccea.

Risale a quest’epoca la divisione delle terre tra diversi poli di potere: monasteri, papato, aristocrazia laica, interessi bizantini.

In ogni caso sono comunque presenti segni della storia passata: la toponomastica del nostro Municipio ricorda i nomi e le opere dei papi che si sono susseguiti, la viabilità percorre antichi tracciati, le porte nelle mura indicano tuttora punti di riferimento e di misura del territorio, gli spazi verdi rimandano a nomi di famiglie nobili e di cardinali (villa Veschi e villa Carpegna).

Nel territorio della Municipio Roma 18 sono conservati i resti dell’antico asse viario della Via Cornelia opera forse di un certo Cornelio, esistente, presumibilmente, sin dal secolo IV a.c. La Via nasceva dall’antica Porta Aurelia o Cornelia in prossimità del ponte Elio ora S. Angelo.

Questo tratto di mura, che costeggiava l’argine sinistro del Tevere, fu demolito da Papa Alessandro VI Borgia (1492/1503). La via Cornelia, attraversato il ponte, probabilmente si imbatteva, in prossimità del Mausoleo di Adriano, in una seconda Porta quasi certamente la vera porta Cornelia chiamata poi nel medioevo “Porta Sancti Petri” o “Porta Aurea”. Percorreva poi il territorio Vaticano (ager Vaticanus), l’asse di Piazza S. Pietro e della Basilica inglobando la tomba dell’apostolo Pietro, volgendo poi a sinistra per unire il suo corso a quello della via Aurelia Nuova. Entrambe le strade uscivano da Porta Cavalleggeri per salire le alture sovrastanti il Vaticano, a fianco del seicentesco ramo Paolino dell’acquedotto traianeo, situato a sinistra presso l’attuale cavalcavia dell’Aurelia sull’Olimpica, arrivando poi al bivio dove sorge la chiesa della Madonna del Riposo.

Castel di Guido

Castel di Guido è il nome della quarantacinquesima zona di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XLV.

Il toponimo indica anche una frazione di Roma Capitale.

Si trova nell’area ovest di Roma, in piccola parte a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.

Storia

La zona, con il nome di Lorium, era ampiamente popolata già nei primi anni del secondo secolo a.C., come recentemente scoperto grazie ad alcuni ritrovamenti nella necropoli vicino Massimina.

Nell’anno 846 Guido I di Spoleto, chiamato da Papa Sergio II, sconfigge i saraceni a Lorium, e la zona prende il nome di Terra di Guido il Saraceno. Secondo un documento datato 1073, un certo Robertus, dona il castrum quod cognominatur de Guido al cenobio di San Gregorio.

Qui si trova una delle oasi della LIPU, estesa per 250 ettari e, in località Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, con un’estensione di poco inferiore.

Lorium

Lorium era una località situata sulla via Aurelia, nei pressi dell’odierna Castel di Guido (nel XVI municipio di Roma). La località era citata nella Tabula Peutingeriana come prima stazione di posta sulla via, al suo XII miglio da Roma.

Vi si trovava una villa costruita dall’imperatore Antonino Pio, che vi morì nel 161 e nelle quale risiedettero anche Adriano e Marco Aurelio.

Nella località si sono rinvenute tracce di un borgo di epoca romana che attraversò una fase ricca di costruzioni nel corso della seconda metà del I secolo a.C. Resti di costruzioni ai lati della strada e di tombe furono rimessi in luce in scavi condotti nel 1823-1824.

Lorium fu sede di una antica diocesi, con il titolo di Santa Rufina, unificata sotto papa Callisto II con la diocesi di Porto nell’attuale sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina.

Sulle vicine colline esistono numerose tracce di ville romane suburbane residenziali. Gli scavi della Soprintendenza archeologica di Roma presso la villa dell’Olivella nel 2006, condotti dopo iniziali scavi clandestini di tombaroli scoperti dalla Guardia di finanza nel 2005, hanno riportato in luce un impianto termale con pavimenti a mosaico, pertinente ad una grande villa residenziale del II-III secolo. Altri due nuclei residenziali erano già stati individuati nei pressi sul monte delle Colonnacce (“villa delle Colonnacce”, già depredata dai tombaroli negli anni settanta), e sul monte Aurelio.