Malagrotta è una frazione di Roma Capitale, situata lungo la via Aurelia nella zona Z.XLV Castel di Guido, nel territorio del Municipio Roma XVI, zona urbanistica Pantano di Grano.
È posizionata tra Fiumicino, Ponte Galeria e Piana del Sole, in prossimità della nuova Fiera di Roma: ospita quella che da più parti è definita la più grande discarica d’Europa.
Storia
Il toponimo della zona deriverebbe dal latino Mola Rupta (“mola rotta”), nome originato da una mola presente sul vicino rio Galeria che si ruppe, tramandando così ai posteri l’attuale toponimo. La prima menzione di Mola Rupta risale al 955, in merito alla cessione di una parte della tenuta da parte di una certa Costanza nobildonna romana; nel 1242 in una bolla di papa Innocenzo IV è menzionato un castrum Molaruptae, dove erano presenti due chiese, Santa Maria e Sant’Apollinare; nel 1299 papa Bonifacio VIII confermò il casale come possesso dei monaci benedettini di San Gregorio al Celio in Roma. Nel XIX secolo Malagrotta faceva parte della tenuta di Castel di Guido, di proprietà dei principi Borghese, ed ospitava un casale, un granaio, una chiesa ed un fontanile.
Una leggenda popolare vuole che il toponimo tragga invece origine da una grotta nella quale abitava un minaccioso drago, contro il quale il Papa indisse una crociata a cui parteciparono i principali baroni romani: questa storia fiabesca è stata narrata dal poeta romanesco Augusto Sindici nel componimento Malagrotta.
La discarica
La località è nota per la presenza della discarica di Roma e di parte della sua provincia, che secondo alcuni è la più grande d’Europa: 240 ettari, tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti scaricati ogni giorno, 330 tonnellate di fanghi e scarti di discarica prodotti ogni anno: a Malagrotta, che è di proprietà dell’imprenditore Manlio Cerroni di Pisoniano, arrivano anche i rifiuti speciali degli aeroporti di Ciampino e Fiumicino.
Tra il 2003 ed il 2004 la produzione di rifiuti nella provincia di Roma e il conseguente conferimento in discarica è aumentato del 6%: questa percentuale grava quasi interamente su Malagrotta, poiché gli altri tre impianti di smaltimento dei rifiuti della provincia, ovvero Albano Laziale, Bracciano e Guidonia, di cui peraltro uno in chiusura (Albano), non hanno un peso fondamentale nello smaltimento. Nel 2004 così la discarica di Malagrotta avrebbe raggiunto la saturazione, tuttavia l’amministrazione regionale provvide ad ampliare il terreno della discarica.
La discarica di Malagrotta avrebbe dovuto chiudere il 31 dicembre 2007 inforza della normativa europea che vieta di conferire in discarica rifiuti allo stato grezzo: tuttavia il Governo ha autorizzato l’apertura della discarica fino al dicembre 2008, anche se il Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti del Lazio, Piero Marrazzo il 25 luglio del 2007, ha prorogato l’apertura della discarica solo fino al maggio 2008.
In luogo della discarica, il gruppo CO.LA.RI. (Consorzio Laziale Rifiuti) di proprietà dello stesso Manlio Cerroni, e proprietario del sito di trattamento e smaltimento di Malagrotta, sta costruendo due gassificatori di CDR (Combustibile derivato da rifiuti) a Malagrotta, la cui costruzione è stata decisa dalle ordinanze n° 14 e 16 del 2005 firmate dall’allora Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti del Lazio Verzaschi, tuttavia posto sotto sequestro. Questi impianti, avrebbero dovuto cooperare con gli inceneritori già in funzione nel Lazio a Colleferro e San Vittore e con quelli in progettazione ad Albano Laziale, sulla via Appia, tuttavia, proprio a Colleferro sono stati posti sotto sequestro. Successivamente dissequestrato, al pari degli impianti di Colleferro, è oggi in esercizio una linea di gassificazione ed in via di realizzazione altre due.
L’invaso di discarica è attualmente in esercizio in proroga, nonché oggetto di una procedura di bonifica per l’accertato inquinamento delle acque sotterranee accertato da ARPA LAZIO.