Stagni di Ostia-Longarina

Stagni di Ostia è un’area urbana del XIII Municipio di Roma.

Si estende su circa 280 ettari ed è delimitata a nord-ovest da via Agostino Chigi che costeggia i binari della Ferrovia Roma-Lido, a sud-est da via del Fosso di Dragoncello, a sud da via dei Pescatori e a ovest da via di Castel Fusano.
La parte a sud, percorsa da via Luigi Pernier, prende il nome di Longarina.

È composta per lo più da piccole vie non asfaltate collegate alle tre vie principali che sono: via Federico Bazzini che taglia la zona da sud e da ovest, via Giuseppe Micali che taglia la zona da est, e via Agostino Chigi che taglia la zona da nord.

Fra la via dei Pescatori e via Federico Bazzini vi è un’area di modeste dimensioni considerata come riserva naturale.
Nell’area sono presenti due piani di zona: il piano di zona B36 Acilia Saline e il piano di zona B42 Stagni di Ostia; grazie ai quali si stanno costruendo le prime opere di urbanizzazione del quartiere.

La zona, prima della bonifica di Ostia del 1884, era piena di stagni, da cui il nome.
Fu, quindi, sfruttata fino alla seconda metà degli anni ’80 come area agricola, dopodiché cominciò un’edificazione abusiva poi regolarizzata.

Nel 1988, per un malfunzionamento dell’impianto idrovoro di Ostia Antica, l’intero comprensorio fu invaso da circa 1 metro d’acqua. Ancora oggi l’impianto idrovoro costruito durante la bonifica (che si può vedere dalla Longarina), a cui sono collegati vari canali, impedisce che la zona si allaghi.

Longarina

Il quartiere LONGARINA deve il proprio nome alla sua disposizione geografica sul territorio; infatti, è costituito da una striscia longitudinale di terreno tra il canale delle acque medie ed il canale in disuso conosciuto come ex alveo canale allacciante di Ostia.
Anticamente era la sponda dello Stagno ostiense, dove attraccavano i barconi che trasportavano, i materiali di approvvigionamento dalle terre emerse di Acilia fino ad Ostia, come dimostra il ritrovamento, anni fa in Longarina, di un magazzino di anfore di età Augustea, proprio a ridosso del canale di bonifica.
Da uno studio, fatto tempo fa, dall’archeologo Lorenzo Barbieri, è emerso che questo territorio in epoca romana era utilizzato per la sepoltura dei poveri. Dall’aratura del terreno, infatti, emergono moltissime tracce di vasi, anfore, vasellame e urne cinerarie di terracotta, materiale tipico di allora, usato prevalentemente per la sepoltura dei meno abbienti, mentre i ricchi erano tumulati in sarcofaghi di marmo pregiato lungo la vicina Via Severiana, che partendo da Ostia arrivava fino ad Anzio.

Il quartiere Longarina nasce alla fine degli anni ’50.
In quegli anni alcune famiglie immigrate da varie regioni d’Italia acquistarono i terreni dal principe G. Aldobrandini e v’insediarono le loro aziende agricole. Data la scarsa produttività del suolo, i proprietari, dopo qualche tempo, abbandonarono l’attività agricola e vendettero a poco a poco i terreni a parenti e conoscenti. Iniziò cosi il lento e progressivo sviluppo della zona, con edifici costruiti in modo spontaneo, senza tenere conto dell’armonia dei volumi e degli spazi adeguati per le strade e le infrastrutture.
Questa spontaneità ha portato ad un modello urbano che per certi versi ricorda i paesi medioevali: edifici edificati gli uni a ridosso degli altri con magari una piccola area retrostante utilizzata come orto, realizzati con stili e metodi costruttivi dissimili, strade strette e per lo più “cieche”.
Negli anni settanta i progettisti del Comune di Roma incaricati di perimetrare i nuclei edilizi spontaneamente sorti, hanno inferto il colpo di grazia tracciando la linea di perimetrazione dello strumento urbanistico a ridosso del perimetro abitato, senza lasciare nemmeno un metro in più (teoricamente se si volesse cingere il quartiere non ci sarebbe lo spazio per fare le mura). La mancanza di gran parte dei servizi primari (acqua, gas, fogne, strade, illuminazione pubblica, trasporti) ha portato gli abitanti di Longarina ad associarsi per il loro conseguimento.
Nacque così in maniera spontanea il Comitato di Quartiere, il quale oltre che a farsi portavoce verso gli uffici competenti per ottenere la fornitura dei servizi essenziali si attivava per raccogliere fondi e realizzare in proprio le opere di urbanizzazione primaria.
Nei primi anni settanta, la Longarina è stata la prima zona della periferia di Roma ad essere servita dal “PIANO A.C.E.A.” (acqua e illuminazione pubblica). A seguito dei lavori eseguiti dall’A.C.E.A., parte dei materiali di risulta sono stati depositati nell’ex alveo del canale allacciante ormai in disuso e quasi completamente ricoperto, e più tardi, negli anni a venire, i cittadini stessi hanno finito di coprire, rendendo così fruibile alla collettività una striscia di territorio demaniale.
All’inizio degli anni “70 i cittadini si autotassarono per asfaltare via Pernier, la strada che costituisce la spina dorsale del quartiere, per consentire ai bambini di essere trasportati a scuola dal servizio comunale. Dopo anni di richieste e battaglie politiche verso la metà degli anni “70 il CdQ riuscì ad ottenere il primo servizio di autobus nel quartiere.
Negli anni “80 il Comitato cittadino organizzò feste popolari, che oltre a offrire un’opportunità di incontro tra le persone, consentiva di reperire fondi; le feste si svolgevano nella striscia demaniale dell’ex canale allacciante a ridosso della strada a causa della mancanza di disponibilità dì una piazza pubblica. Con i fondi reperiti furono realizzate le pensiline e le panchine alle fermate dell’autobus, e la piantumazione di alberature lungo Via Pernier.
L’esigenza di uno spazio sociale, la necessità di una piazza pubblica indusse il CdQ a prendere contatto con la famiglia Aldobrandini proprietaria dei terreni adiacenti al quartiere e ad ottenere in comodato d’uso un appezzamento di terreno, con destinazione urbanistica al vigente P.R.G. “Zona N” (verde pubblico e privato), fuori della perimetrazione, – N 41 Via Pernier-Longarina – mettendolo a disposizione di tutta la comunità.
Dalla metà degli anni 90 quell’area “privata” è diventata il parco e allo stesso tempo la piazza del quartiere, anche in conformità della destinazione d’uso alla normativa urbanistica vigente. Sul finire degli anni “90, il nuovo CdQ eletto, dopo un attento dibattito e riflessione al suo interno, decise di avviare un progetto che potesse superare le limitazioni di un comitato cittadino, che si facesse carico di tutte le problematiche del tessuto sociale attraverso uno strumento adeguato alla normativa delle associazioni di volontariato. Da qui la trasformazione (con atto statutario pubblicamente registrato) da Comitato dì Quartiere a CENTRO SOCIALE POLIVALENTE LONGARINA .

L’avvio di questo progetto ha dato un nuovo impulso verso una maggiore coscienza del sociale e della partecipazione, segnando cosi l’inizio di una marcata collaborazione con altri soggetti operanti nello stesso settore.

Piano Particolareggiato

L’area del Piano Particolareggiato zona “O” n.41 “Via Pernier – Longarina” ricade nel territorio del XIII Municipio, nel quadrante sud della città, tra la Via del Mare e Viale di Castel Fusano.

Dati
La borgata ha una superficie complessiva, pari a 11,85 ettari, per una densità territoriale pari a 97,47 ab/ha.