Porto di Ostia

Dal porto di Ostia a Porto

La strategica posizione geografica induce i vari Imperatori romani che si avvicenderanno nei secoli (ma anche facoltosi cittadini privati), a dotare di tutti i servizi questa cittadella, che proprio grazie a questi interventi diverrà una città di dimensioni ragguardevoli per quei tempi: arriverà a contare fino a cinquantamila abitanti, che formeranno, visto il massiccio andirivieni con i porti del Mar Mediterraneo, una comunità estremamente multirazziale.

Porto di Claudio

Già Giulio Cesare aveva intuito la necessità di creare un nuovo porto vicino Roma ma le difficoltà tecniche e l’urgenza di altri problemi l’avevano fatto rinunciare. A causa dell’aumento del traffico commerciale che rendeva insufficiente la capacità della foce del Tevere, l’imperatore Claudio, fece costruire a partire dal 42 un nuovo porto a circa 3 kma nord di Ostia, collegato al Tevere da un canale, terminato nel 46, il canale di Fiumicino, con la formazione dell’Isola Sacra. Il Porto sarà terminato da Nerone, nel 64-66, ma era già attivo nel 62.

Il nuovo porto, di forma grosso modo circolare, fu creato partendo da un bacino artificiale di ca. 90 ettari di superficie, costruito utilizzando una laguna che si era formata, con il cordone sabbioso che costituiva una protezione naturale. L’entrata del bacino fu sbarrata da un’immensa diga di 758 m di lunghezza e 3 m di larghezza, lasciando per l’entrata al porto un passaggio di 206 m, tra la diga ed un molo lungo 600 m e largo 12 m, il cosiddetto monte Giulio, situato a nord-est sulla terra ferma.

Furono creati attracchi ed horrea sui due bracci del porto, che in complesso coprivano più di cento ettari, per facilitare gli scambi e lo stoccaggio delle merci.

All’estremità della grande diga fu eretto un faro, simile a quello del porto di Alessandria, utilizzando come fondazione la nave utilizzata dall’imperatore Caligola per portare dall’Egitto l’ obelisco che attualmente si trova in Vaticano. La nave fu riempita di pietre, quindi fatta affondare per far così affiorare un isolotto artificiale. Secondo i ricercatori i lavori richiesero l’intervento di 30 000 operai e di 1000 paia di buoi durante 20 anni.

Porto esagonale di Traiano

Ma questo nuovo porto era troppo esposto alle insidie delle tempeste: Tacito riporta che già nel 62, prima quindi che i lavori fossero portati a compimento, una tempesta affondò 200 navi. Inoltre il suo mantenimento era estremamente costoso. Quindi l’imperatore Traiano fece costruire da Apollodoro di Damasco un nuovo porto, il Porto di Traiano, più funzionale e più arretrato rispetto a quello di Claudio. I lavori durarono dal 100 al 112, con la creazione di un bacino di forma esagonale con lati di 358 m e profondo 5 m, con una superficie di 32 ettari e 2000 metri di banchina. Fu costruito un ulteriore canale, ed il collegamento ad Ostia fu assicurato da una strada a due corsie.

I depositi

Al Portus Traiani, furono costruiti magazzini e depositi per permettere la miglior conservazione delle derrate alimentari. Al massimo della sua espansione Ostia comprendeva immensi depositi che ricoprivano una superficie di 10 ettari. Erano più ampi di quelli della stessa Roma.

Tutti i prodotti dell’antico mondo mediterraneo venivano stoccati: candele, torce, libri in pergamena, rotoli di papiro; generi alimentari: pepe e spezie, quintali di grano, anfore di vino, giare d’olio; vestiti, materiali da costruzione.

Età imperiale

Durante il periodo della sua massima prosperità, durante il II ed il III secolo Ostia aveva una popolazione urbana di 75.000 abitanti. Nella città furono costruiti molti edifici tra cui la basilica e la Curia.

Tra il 117 e 161, gli imperatori Adriano e Antonino Pio fecero ricostruire e risistemare il centro, con abitazioni a più piani ma con ampi cortili interni e nuovi edifici pubblici, tra cui il nuovo Campidoglio, le terme di Nettuno e la caserma dei vigili.

Nel 180, l’imperatore Commodo fece costruire il nuovo teatro di Ostia.

Tra il 203 e il 217, gli imperatori Settimio Severo e Caracalla fecero ingrandire e rinnovare il teatro di Ostia e la piazza delle Corporazioni che comprendeva al centro il Tempio di Cerere e la circondarono completamente di un colonnato, dietro al quale si trovavano gli uffici delle più importanti società di commercio di tutto l’Impero. I nomi delle società furono scritti sui mosaici che ornavano i marciapiedi ed in questa piazza si incontravano i mercanti, gli artigiani, i marittimi e i banchieri.

Per far funzionare al meglio l’insieme, vegliavano i magistrati e i funzionari dell’impero.

Questi erano incaricati di sorvegliare il carico e lo scarico delle derrate alimentari, di controllarne la qualità e la quantità, di effettuare i pagamenti e prelevare le tasse, di fare assicurare il rispetto dei contratti, in particolare quelli tra lo Stato e i privati, di gestire i rapporti con gli armatori, di sorvegliare le corporazioni dei lavoratori delle navi trasbordo, dei dock, dei cantieri navali, delle ditte incaricate della manutenzione delle banchine e dei depositi.

Esisteva anche una corporazione di tuffatori incaricati di recuperare le mercanzie cadute in acqua.

Aureliano fece abbellire il foro, Massenzio, come Prefetto di Ostia, concesse il privilegio di una Zecca locale.

Bisogna poi ricordare anche le Domus, le Insule, le botteghe (splendido esempio, il Termopolium), Il Tempio di Ercole, il Mitreo delle Sette Sfere, la Domus della Porta Annonaria, il Decumano Massimo, le case a quattro piani, Templi, Statue, Mosaici e tutto ciò che potesse rappresentare il lusso e la modernità di quei tempi.

Decadenza

A partire da Costantino I, all’inizio del IV secolo, con la crisi dei commerci e dell’economia che era in definitiva dovuta alle incursioni barbariche lo stato dovette ridurre i suoi sforzi nella gestione della città. È l’inizio di una lenta decadenza. Verso la fine del IV secolo sant’Agostino di passaggio ad Ostia attesta il degrado della città. Sua madre, Santa Monica, muore nella locanda dove è in attesa di imbarcarsi per l’Africa del Nord. Nel 414, il poeta Rutilio Namaziano conferma anche lui la fine della città per mancanza di manutenzione.

La città cominciò ad essere distrutta a partire dal IX secolo, ma conobbe una nuova storia già a partire dal Medio Evo. Le rovine, scavate sistematicamente dal 1854, sono ben conservate e sono seconde solo a quelle di Pompei.

Il Tevere, ha portato nei secoli detriti e terra che hanno fatto arretrare la costa creando una costa alluvionale piatta e paludosa, soggetta a malaria. Le rovine d’Ostia Antica sono circondate da campi e situate attualmente a 4 km dal mare.

Nuovo Porto Turistico
Oggi, finalmente questa situazione è mutata e il Porto di Roma è una realtà da godere. Inaugurato intorno alla metà del 2001, il nuovo porto turistico sorge in prossimità della foce del Tevere, nella zona nord di Ostia.
Ricostruito nelle immediate vicinanze del sito antico, il Porto di Roma si rifà molto alla struttura originaria mantenendo un’aria suggestivamente imperiale. In grado di ospitare oltre 800 natanti con dimensioni variabili tra gli 8 ed i 60 metri, la struttura è perfettamente attrezzata per le esigenze della navigazione da diporto. I pontili fissi e le banchine sono provvisti di tutte le normali dotazioni nautiche, sono presenti un cantiere navale e numerosi negozi specializzati per le attività da diporto.
La profondità del bacino portuale è variabile, dai 5 metri dell’ingresso fino ad un minimo di 3,5 nella zona riservata alle imbarcazioni più piccole. L’accesso alle strutture è consentito anche in caso di condizioni meteo sfavorevoli ed i due moli proteggono le imbarcazioni durante le mareggiate violente. Un sistema d’immissione forzata di acque prelevate in mare aperto evita la stagnazione di quelle del bacino.
Edifici bassi e porticati ospitano i locali commerciali: supermercato, farmacia, banca, lavanderia e rivenditori delle migliori marche. Numerosi sono i bar ed i ristoranti e nella piazza principale è presente anche uno yachting club. Il vasto parcheggio vanta oltre 2000 posti auto, per gli spostamenti all’interno del porto sono disponibili mezzi ecologici e le aree carrabili sono nettamente separate dalle pedonali.
Con il Porto di Roma, dopo 2000 anni, l’Urbe si riaffaccia sul mare come la sua grandezza impone.