Ottavo Colle-Roma 70-Tenuta di S. Alessio

Ottavo Colle

Il quartiere è delimitato da via di Vigna Murata, via Laurentina, via del Tintoretto, via Ballarin, via Ardeatina.

A partire dagli anni Sessanta il Municipio si espande verso lungo la direttrice di via di Grottaperfetta: con il passare degli anni numerosi edifici vengono costruiti coprendo quasi per intero l’Ottavo Colle e le zone vicine.

Si costruisce tutto il quartiere di Ottavo Colle – Tintoretto, proseguendo l’edificazione alle spalle di via F. De Vico e via Padre Lais congiungendo il vecchio nucleo del Serafico con la “zona dei licei” (Peano, Primo Levi e De Pinedo). Oltre alla presenza delle scuole (ai licei sopraindicati vanno aggiunti importanti istituti privati), Ottavo Colle-Tintoretto si contraddistingue  come zona residenziale e quale moderna sede di uffici, banche e sedi di società del terziario avanzato.

Alle spalle delle nuove edificazioni rimangono ancora lembi di campagna, preziosi spazi verdi per tutto il territorio.

Roma 70-Rinnovamento

Roma 70 è il nome di un’area urbana dell’XI Municipio di Roma. Si estende sul quartiere Q.XX Ardeatino.
È situata a sud della capitale, all’interno del Grande Raccordo Anulare, nella zona urbanistica 11g Grottaperfetta.

La zona, nota anche con il nome de I granai, è sorta come agglomerato residenziale (piano di zona 39 Grottaperfetta) in un’area anticamente occupata dai granai di Nerva. In quest’area, infatti, la tradizione racconta che l’imperatore Marco Cocceio Nerva fece concentrare i depositi di grano dell’Urbe.
E’ uno dei tanti piccoli quartieri di Roma. Sono piccoli paesi con una loro fisionomia ed altri ne stanno nascendo, con l’avanzare del cemento.
Quartiere caratterizzato da edifici affastellati e da strade tortuose, si raccoglie oggi attorno al nucleo vitale costituito dal grande centro commerciale “I Granai”.
I quartieri si sviluppano lungo via di Grottaperfetta fino al “Dazio”, tra il parco di Tormarancia e il quartiere Ottavo Colle – Tintoretto.

L’espansione iniziata negli anni Sessanta lungo presso l’Ottavo Colle, prosegue dal decennio successivo in quest’area: nascono così i quartieri di Rinnovamento e Roma 70.
Area residenziale per ceto medio impiegatizio (in alcune parti di Roma 70 e per buona parte di Rinnovamento si può parlare di tagli abitativi signorili), ha da poco recuperato un importante cuore verde con grandi potenzialità di attrazione culturale: il Forte Ardeatino ed il parco circostante, quest’ultimo riqualificato e restituito ai cittadini nel 2006.

La Tenuta di S.Alessio 

Tra i quartieri Ottavo Colle, Prato Smeraldo, Fonte Meravigliosa e Roma 70, a confine tra il XII e l’XI Municipio del Comune di Roma, si estende la Tenuta di S.Alessio, una superficie di 67 ettari prevalentemente verde, sede di un prestigioso Istituto scolastico: l’Istituto Tecnico Agrario “Giuseppe Garibaldi”. 

Si tratta di un pezzo di Campagna Romana, rimasto pressoché intatto per oltre 100 anni a discapito della pressante urbanizzazione.
Per i cittadini che le girano intorno quotidianamente, oggi guardare dentro la Tenuta di S.Alessio è come affacciarsi ad una finestra sul passato. Chi si affaccia a questa finestra può rivivere, qui come nel vicino Parco dell’Appia Antica, quella ruralità della Campagna Romana che è ormai relegata quasi ovunque oltre i margini della città. 
La Tenuta di S.Alessio è da anni perfettamente inserita nel contesto urbanistico dei limitrofi quartieri, frequentata dai cittadini che la utilizzano come sentiero pedonale verde per i loro spostamenti, per passeggiate con gli amici a quattro zampe, per corse rinvigorenti, o semplicemente per ritrovare un po’ di tranquillità. 

Quest’area presenta caratteristiche ambientali di grande pregio con presenza di specie protette (istrice, civetta, barbagianni, nibbio bruno, gheppio), vegetazione arborea di interesse storico (relitti delle piantagioni della bonifica di fine ‘800), paesaggi agricoli e rurali di valenza storica, emergenze archeologiche importanti. Essa rappresenta una componente importantissima della rete ecologica della città, fondamentale per garantire la connettività funzionale tra l’area di Tor Marancia a nord, quella del Fosso della Cecchignola a sud, e la tenuta di Tor Carbone a est. Si tratta di corridoi di collegamento che vanno salvaguardati per favorire la continuità territoriale ed ecologica tra aree urbane ad elevata frammentazione ambientale.

L’istituto Agrario
L’Istituto G.Garibaldi opera da circa un secolo nella Tenuta di S.Alessio. E’ una scuola di grande interesse e utilità sociale, frequentata da centinaia di studenti provenienti da tutta l’area romana. Gli ettari in uso alla scuola erano, al momento dell’affidamento, oltre 100. Nel corso del tempo furono via via scorporate delle parti di territorio, sia per usi pubblici (istruzione e ricerca) che privati (abitazioni residenziali). Nel corso di un secolo, le varie cessioni hanno tolto alla Tenuta circa 40 ettari, e questo stillicidio non si è ancora fermato, e rischia di minare seriamente la possibilità di sopravvivenza di questa splendida area

Nel 1907 la Regia Scuola Pratica di Agricoltura, costituita nel 1872, viene trasferita nella località in cui opera ancora oggi e cioè nella Tenuta di S.Alessio, racchiusa tra le attuali Via di Vigna Murata, Via Ardeatina, Via Erminio Spalla e gli istituti scolastici superiori che si affacciano su Via di Grotte d’Arcaccio.
Tre anni dopo il trasferimento, nel 1910, il Tenimento viene affidato in modo permanente alla scuola agraria. Il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio affida in enfiteusi perpetua i fondi demaniali detti “Regio Campo Sperimentale e lotti 13 e 14 delle tenute di S.Alessio e Vigna Murata nell’Agro Romano”… con l’obbligo di stabilirvi la Regia Scuola Pratica di Agricoltura”, alla Provincia di Roma che dal quel momento gestirà la scuola ed i poderi. 
Il territorio ceduto in enfiteusi per la Regia Scuola Pratica di Agricoltura occupa una superficie totale di 102.44.70 ettari, posta a cavallo dell’attuale Via di Vigna Murata. Di questi, 82.93.70 ettari sono compresi nella Tenuta di S. Alessio (Regio Campo Sperimentale), e 19.51 sono costituiti dai Lotti 13 e 14 della Tenuta di Vigna Murata (rispettivamente 10.20 ettari il primo e 9.31 il secondo) , separata dall’altro Tenimento dal Fosso di S. Alessio e dalla strada interpoderale (sul tracciato della quale è stata successivamente realizzata la Via di Vigna Murata). 
L’11 febbraio 1911, con il n. 21015, il contratto viene registrato alla Corte dei Conti, e da questo momento il Demanio dello Stato, con il ruolo di proprietario, e la Provincia di Roma, in qualità di beneficiario, saranno i soggetti che regoleranno la vita dell’Istituto in ordine al patrimonio territoriale e alle strutture che in esso sono presenti.
Viene inoltre sancito l’obbligo per quest’ultima del miglioramento e dell’uso dei terreni esclusivamente ai fini dell’istruzione agraria, pena la devoluzione del fondo. Questo è un aspetto centrale del contratto, ed è un principio al quale si è fatto riferimento, dopo circa un secolo, quando (nell’estate del 2005) l’amministrazione provinciale ha manifestato l’intenzione di alienare questi beni.

Nonostante il suddetto vincolo, dopo pochi anni di gestione i terreni destinati all’Istituto Agrario cominciano ad assottigliarsi e si trasformano da aree agricole di pregio, in aree edificate residenziali o a servizi.
Non molto tempo dopo, infatti, il terreno rientrante nei due lotti di Vigna Murata viene ceduto all’Opera Nazionale per gli orfani dei contadini morti in guerra, quindi gli ettari a disposizione della scuola diminuiscono e diventano circa 80.
Questo evento accade in un periodo che va dal 1914 al 1924, anno in cui viene realizzato uno studio finalizzato alla riforma della Scuola stessa e dal quale risulta che l’Istituto utilizza soltanto i terreni a nord di Via di Vigna Murata. Nel 1924, infatti, viene compiuta un’indagine il cui fine è quello di redigere e preparare i nuovi programmi e il nuovo ordinamento di quella che ha ancora come nome Regia Scuola Pratica di Agricoltura, ma che proprio nel corso dello stesso anno, passerà ad essere la Regia Scuola Agraria Media di Roma.
L’idea era quella di promuovere e realizzare un’azienda tale da essere un polo di riferimento, almeno per tutte le aziende agricole della zona costiera. Va inoltre ricordato che in questo periodo, e sarà così almeno fino alla metà degli anni Sessanta, la scuola è situata fuori dalla città, e i collegamenti pubblici sono inesistenti. Per favorire lo sviluppo e per ovviare alle difficoltà di raggiungimento, vengono fatte proposte per migliorare e valorizzare le strutture già presenti e per costruirne di nuove. Fra queste vi è la scuola convitto: approvata con delibera del 22 maggio del 1923 dalla Regia Commissione e realizzata nel 1928.
Nell’ottobre 1933, in base alla legge n. 889 del 15 giugno 1931, la Scuola perviene all’attuale ordinamento di Istituto Tecnico Agrario Statale.

L’estensione della superficie su quale opera non pare subire modifiche almeno fino all’aprile del 1967 ; infatti, facendo riferimento ad una carta al 10.000 del Comune di Roma di questo stesso anno, il terreno appartenente all’Agrario appare composto ancora da circa 80 ettari.