Municipio IV

Primo per popolazione con i suoi 203.854 abitanti, compreso tra il Tevere, l’Aniene, la via Nomentana e la via Salaria, il quarto Municipio è vasto 9.781 ettari sesto per estensione (9.781,75 Ha).

Storia

Tra i centri più importanti del Lazio antico dobbiamo citare Crustumerium e Fidenae. Queste città sono state oggetto di scavi negli ultimi anni del secolo scorso portando alla luce numerosi corredi funebri, nonostante le depredazioni dei tombaroli. All’atto della fondazione di Roma (753 a.C), Fidene era un centro già florido che sfruttava le vie di comunicazione fluviali e terrestri. In particolare con la presa di Cenina (ponte Mammolo), del territorio di Ficulea (tra la Nomentana e il Grande Raccordo Anulare), di Crustumerium (nel settore N-E della Salaria) e con le assegnazioni di territori dell’agro di Fidene ai clienti della gens Claudia, – nonché con la battaglia sul fiume Cremera – si era cercato , come ritenne il Sozi , di isolare e accerchiare la città di Fidene da Veio e dalle importanti vie di comunicazione fluviali (Tevere) e terrestri (Via Salaria). Per contrastare i Romani, Fidene si era alleata con l’etrusca Veio ma, nel 474 a seguito dell’armistizio quarantennale tra Roma e Veio, fu prima occupata da una guarnigione romana per poi essere conquistata, saccheggiata e data alle fiamme dai Romani (436-435 a.C.). La città divenne un municipium di Roma e parte degli abitanti cadde in schiavitù. Per ricostruire le mura ed alcuni edifici che erano stati distrutti dopo l’incendio gallico, i Romani fecero affluire da Fidene una grossa quantità di pietre di tufo. Con la caduta di Fidene, l’Urbe riuscì a porsi in una posizione favorevole nella lotta contro Veio. Tuttavia, i Romani impiegarono dieci anni (406-396 a.C.) per conquistare Veio, che venne definita la “Troia etrusca”. Per quanto riguarda Fidene, il Coarelli ha evidenziato che in epoca tardo-repubblicana la città aveva perso gran parte della sua importanza perché da un passo di Strabone si evince che Fidene, insieme a Gabii e a Labici, viene posta come esempio di città ridotta a villaggio. Questo fenomeno va posto in relazione con la crisi della piccola proprietà agricola e con la crescita del latifondo nella zona posta tra l’antica via Ficulea (Nomentana) e la Salaria. In epoca imperiale negli ampi latifondi, al cui centro si collocavano le ville, della zona di Monte Sacro, Fidene, Vigne Nuove, Bufalotta, Prati Fiscali, Serpentara, Tor S. Giovanni, Settebagni, Castel Giubileo e Magliana furono rinvenute delle aziende agricole dove si coltivavano alberi da frutto, fiori, grano, ortaggi, ulivi e viti.

Il periodo imperiale.
In epoca imperiale la zona di Montesacro raggiunse il pieno sviluppo dal punto di vista economico-residenziale, ma i prodomi di questo fenomeno risalgono agli ultimi due secoli della Repubblica. La rete viaria era cresciuta in modo intensivo e lungo i suoi percorsi erano state costruite svariate ville usate per scopi agricoli e come dimore permanenti o temporanee. Tra le numerose ville della zona montesacrina una delle più importanti è quella del liberto Faonte. Nel corso degli scavi condotti nel sito venne alla luce un’urna funeraria con incisa un’iscrizione dedicata a Claudia Egloge. Essa era stata la nutrice di Nerone ed insieme ad Atte aveva raccolto il corpo dell’imperatore per poi trasportarlo nella tomba dei Domizi. Questa villa secondo alcuni studiosi, deve essere identificata con la villa di Faonte. Al riguardo Svetonio ci informa che questo liberto consigliò a Nerone di rifugiarsi nella sua villa per sfuggire all’ira dei partigiani di Galba. Sopraggiunti quest’ultimi l’imperatore decise di suicidarsi ficcandosi un pugnale in gola, aiutato da Epafrodido. Da Svetonio apprendiamo che l’edificio si trovava tra la via Nomentana e la Salaria e con precisione, secondo l’identificazione effettuata dagli archeologi, in via Passo del Turchino, (Svetonio, Vita di Nerone, 48-49). La villa doveva essere di grandi dimensioni ed era suddivisa in due sezioni: una rustica e l’altra abitativa e ad essa era annessa una grande cisterna i cui resti sono ancora visibili. Resti di un’altra grande villa, del I-II sec. d.C, sono visibili in Piazza Monte Torrone, mentre se prendiamo via Lina Cavalieri possiamo vedere un tratto di una antica strada romana.

Il Medioevo
La crescita del latifondo determinò lo spopolamento del territorio del IV Municipio, ma i centri di Capobianco, Fidene e Montesacro non risentirono di questo fenomeno. Nell’ambito del nostro distretto un incremento demografico si verificò intorno all’abitato di Castel Giubileo e lungo la via Nomentana all’altezza del luogo del martirio di S. Alessandro. L’estendersi del tessuto abitativo si sviluppò intorno ai nuclei religiosi di S. Michele Arcangelo, Castel Giubileo, S. Alessandro e poi anche intorno ad altre chiese. La motivazione era di natura logistica, economica, religiosa e politica: con la crescita delle invasioni barbariche le chiese diventarono i centri dove la popolazione, che si dedicava all’agricoltura cercava di aggregarsi. Si tentava di costituire dei piccoli nuclei agricoli indipendenti formati da contadini e da piccole guarnigioni di presidio. Si trattava del sistema delle domuscultae che si sviluppò con papa Zaccaria (741-752) e Adriano I (772-795) e contribuì a rafforzare il dominio della Chiesa a scapito della proprietà privata. In molti casi la popolazione riutilizzava, per gli scopi suddetti, gli edifici di epoca imperiale ancora in buone condizioni. Sui resti delle ville presenti nella zona della Marcigliana, Prati Fiscali e della Serpentara sorsero dei casali, ma anche gli altri monumenti e le tombe seguirono una sorte analoga. Un destino diverso subì, invece, il sepolcro romano posto nelle vicinanze di Ponte Salario che fu riutilizzato come torre di guardia per scopi difensivi e di sorveglianza.

 Il Municipio Roma IV è una delle realtà della capitale che sta vivendo maggiori trasformazioni in quanto il Piano Regolatore della città prevede, proprio nel territorio del Municipio, la realizzazione di nuovi insediamenti, con aree verdi, centri commerciali e moderne abitazioni.

Il suo territorio ospita la “città giardino” di Montesacro, costruita a partire dal 1919, per iniziativa degli impiegati delle Ferrovie dello Stato e dislocato lungo la via Nomentana in direzione dei Prati Fiscali, con l’idea di coniugare i vantaggi del vivere in città con i benefici dell’abitare in campagna. La città giardino fu però poi presto assediata dalle nuove costruzioni.

Il grande sviluppo dell’area ha avuto luogo alla fine del secondo conflitto mondiale, quando, per arginare il fenomeno della disoccupazione dilagante, lo Stato intervenne con piani di sviluppo dell’edilizia mediante una politica di sgravi fiscali per i costruttori e di abolizione delle tasse sulle aree fabbricabili: l’obiettivo era quello di edificare dei nuovi quartieri popolari nelle zone periferiche demolendo le numerose baracche presenti sulle principali arterie di Roma.

Negli anni ’30 e ’40 sorsero le borgate di Valmelaina, Cecchina e Tufello – quest’ultimo di grande valore architettonico – seguite dai quartieri Talenti e Bufalotta e dalla borgata Fidene.

Nel periodo tra gli anni ’50 e ’60 il fenomeno degenera perché gli spazi si riducono ulteriormente in quanto i piani edilizi prevedono la realizzazione di palazzine anche di 6-7 piani con aree esigue per i giardini e i cortili. Il fenomeno dell’edilizia intensiva coinvolge la stessa “garden city”, il quartiere del Tufello, ma anche la Bufalotta, Vigne Nuove. Tra gli anni ’59 e ’62 nasce il quartiere di Montesacro Alto (detto anche quartiere Talenti) nella zona posta tra via Nomentana e via della Bufalotta. La stessa località dell’antica Fidene è interessata da questo fenomeno edilizio nonostante il piano regolatore del 1962 ne prevedesse un’utilizzazione agricola. Nasce la borgata Fidene mentre altri insediamenti sorgono anche nella zona di Castel Giubileo e continua al contempo la crescita del quartiere di via delle Vigne Nuove con la costruzione di case popolari promosse dallo I.A.C.P.

L’edilizia crebbe ancora negli anni ’70 con la costruzione delle case popolari dello Iacp – oggi considerate un pregevole esempio di architettura moderna – lungo via delle Vigne Nuove e nei quartieri Conca D’Oro, Nuovo Salario, Nomentana, la Serpentara sino a Castel Giubileo, il quartiere più a nord della città all’interno del raccordo. Una crescita così intensa e a tratti disordinata ha generato un deficit dei servizi: spazi pubblici e spazi verdi insufficienti all’interno dei quartieri, viabilità locale congestionata, scarsa integrazione tra le diverse aree. Il fenomeno dello sviluppo urbanistico non si è arrestato nel quartiere Talenti; negli anni tra il 1995 e il 1998 i piani edilizi hanno coinvolto le grandi estensioni verdi poste tra via Gaspara Stampa, via Nomentana, e via Casal Boccone. Nei tempi recenti la cresciuta sensibilità verso i problemi ecologici e di salvaguardia del territorio ha posto un freno alla crescita edilizia e vengono portati avanti dei piani di risanamento edilizio, valorizzazione del territorio o di salvaguardia delle “cinture verdi della capitale”.

Nei quartieri di Fidene e Valmelaina alcuni di questi problemi sono stati affrontati con un Programma di recupero urbano (Programma di Recupero Urbano Fidene-Valmelaina), mentre interventi di valorizzazione dei tessuti esistenti investono le centralità locali di Conca d’Oro, Talenti e Serpentara. le zone coinvolte nell’ambito del IV Municipio sono il Parco della Bufalotta, la Riserva Naturale della Marcigliana (IV Municipio), il Parco Regionale Urbano di Aguzzano.

Nuove opportunità di promozione di questo territorio sono poi legate alla realizzazione, già in corso, della centralità metropolitana di Bufalotta, con nuove case, uffici e strutture di ricezione turistica.

Attualmente il trasporto pubblico è garantito nel quarto Municipio dalla Ferrovia Metropolitana Fara Sabina-Fiumicino (FM1), che in futuro sarà integrata dalle nuove linee B1 e D della metropolitana. La via Nomentana, attualmente unico asse di penetrazione nei quartieri dal Gra, verrà affiancata da una “variante” stradale sempre dal Gra verso l’interno, che permetterà di alleggerire gli attuali volumi di traffico.