Mostacciano

Mostacciano è una frazione di Roma Capitale, situata nel territorio del Municipio Roma XII.
Si estende sulle zone Z.XXVII Torrino (Mostacciano A), Z.XXV Vallerano (Mostacciano B) e Z.XXIV Fonte Ostiense (Mostacciano C).

Detta anche EUR Mostacciano, la zona è caratterizzata prevalentemente da abitazioni residenziali.

Mostacciano è divisa in tre zone che, in origine (1969), rispecchiavano le diverse densità edilizie:
Mostacciano A, delimitata da viale Pechino, via Padre Giovanni Antonio Filippini, viale Don Pasquino Borghi, via Domenico Jachino, via Cristoforo Colombo e dal Grande Raccordo Anulare;
Mostacciano B, delimitata da via Cristoforo Colombo, il Grande Raccordo Anulare, via Pontina e via Carmelo Maestrini;
Mostacciano C, delimitata da via Cristoforo Colombo, via di Decima, via Pontina e dal Grande Raccordo Anulare.

In quest’ultima si trova il complesso ospedaliero denominato IFO – Istituti Fisioterapici Ospitalieri, di cui fanno parte l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l’Istituto Dermatologico San Gallicano.

Mostacciano non doveva essere il nome di una tenuta, ma piuttosto il termine con cui si indicava già verso la fine del XII sec una località compresa tra le tenute di Acqua Acetosa ad est, Casal Brunori a sud, di Spinaceto e del Torrino ad ovest.

L’origine del nome fa riferimento al mosto che si sarebbe ricavato dalle sue vigne. Su una delle collinette sorgeva una torre di avvistamento che, insieme alla torre dell’Arnaro (ancora oggi visibile al Km II della Via Ostiense) e alla Brunori, assicurava il controllo su tutto il territorio delimitato dalle antiche Vie Ostiense e Laurentina e dai fossi di Spinaceto e Vallerano.
Il nome deriva dal latino mustacanus, mosto, prodotto nella già proprietà dei Pallavicini e grazie all’intervento della principessa Elvina Pallavicini, è nato il quartiere di Mostacciano sulla ex tenuta agricola di famiglia.

Tenuta di Mostacciano 

Le strutture di una torre, databili al XIII secolo d.C., si trovano interrate su una collinetta a circa 300 metri a nord ovest del moderno Casale di Mostacciano, nei pressi dell’incrocio tra la Via Cristoforo Colombo e il Grande Raccordo Anulare.

I resti di un antico tracciato stradale, ricalcante grossomodo l’attuale Via di Decima, sono stati individuati, in diversi tratti, lungo il confine nord orientale del comprensorio di Mostacciano.

Questa strada, probabilmente già in uso a partire dalla media età repubblicana (IV-III secolo a.C.), si staccava dal chilometro 9,700 dell’antica Via Ostiense e, dopo aver costeggiato il quartiere di Decima, correva per un lungo tratto parallela al fosso di Vallerano, per poi deviare, superata la Via Cristoforo Colombo, verso sud, fino ad incrociare, su una collina posta a 500 metri a nord della Via Pontina e del Grande Raccordo Anulare, l’asse stradale dell’antica Via Laurentina (attuale Via Pontina).

Recentemente, nei pressi di questo incrocio, sono stati individuati i resti dell’antico tracciato di questa strada realizzati con una massicciata in scaglie di basalto all’interno di un taglio operato nel sottostante banco tufaceo; nelle immediate vicinanze, infine, sono state messe in luce alcune sepolture a fossa con copertura di tegole e una probabile tomba a camera.

Il percorso viario dell’antica Via Laurentina, prima di giungere in questa zona, aveva inizio staccandosi al chilometro 6,500 della Via Ostiense e, dopo aver tagliato in senso nord sud il comprensorio occidentale dell’Eur, si raccordava, lasciandosi sulla sinistra il Castellaccio di Casa Ferrata (IX-X secolo d.C.), con l’attuale tracciato della Via Pontina.

A meno di un chilometro a sud da quest’area, all’incrocio tra la Via Pontina e Via di Valleranello, durante la costruzione di un edificio della Telecom Italia è stato messo in luce un diverticolo stradale e i resti di una necropoli databile alla prima età imperiale, con tombe a fossa e copertura di tegole alla cappuccina; probabilmente questo percorso, con andamento verso nord est, si dirigeva verso le alture di Casal dell’Ara, nella tenuta dell’Acqua Acetosa.

Nel comprensorio di Mostacciano, lungo Via Domenico Jachino, sono visibili, in sezione, le murature in opera reticolata di tufo di una cisterna appartenente ad una vicina villa rustica, databile alla tarda età repubblicana (fine II-I secolo a.C.); nelle immediate vicinanze si conservano, all’interno di un giardino condominiale, i resti di una strada basolata.

Altre strutture, attualmente non più visibili, localizzate in Contrada Monti della Creta, si riferiscono probabilmente ad un insediamento rustico di epoca romana.