Monte Sacro

Il Monte Sacro è una collina di Roma che sorge a fianco del fiume Aniene, qualche chilometro a Nord-Est del Campidoglio. Dà il nome ad uno dei quartieri della città.                               Vuole la leggenda che vi si recassero gli àuguri per effettuarvi i loro vaticini osservando il volo degli uccelli, donde il nome.

Monte Sacro

Monte Sacro è il nome del sedicesimo quartiere di Roma, indicato con Q.XVI.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4a del IV Municipio.
Prende il nome dall’omonimo monte e si trova nell’area nord-nord-est della città.

Storia

In questa zona di Roma ci sono numerosi resti di necropoli e mausolei a testimoniare che l’area era abitata si dai tempi più remoti.

Nella Roma antica il Monte Sacro era molto al di fuori della cinta muraria, a metà strada fra l’Urbe ed il borghetto di Ficulea, lungo il percorso della via Nomentana, che conduceva a Nomentum.                                                                                       Lungo la strada, alcuni tratti della quale conservano il basolato originale (ad esempio presso il Grande Raccordo Anulare) sorsero diversi monumenti funebri, due dei quali sono ancora visibili nei pressi del monte, in corrispondenza del quale la strada superava l’Aniene con il ponte Nomentano.

Uno dei più importanti ritrovamenti ha portato alla luce la villa di Faonte (un liberto di Nerone citato da Svetonio come assai prossimo e devoto alla famiglia dell’imperatore). La villa è posta lungo un antico diverticolo della via Salaria.

Dopo l’età romana, presumibilmente per la difficoltà di difenderlo militarmente, la zona del monte divenne disabitata e tale restò sino a tempi ben più recenti. L’espansione della città avvenne in altre direzioni. In zona, l’unico punto frequentato rimase il ponte Nomentano sull’Aniene, che divenne nel tempo posto di controllo e presidio di dazio

Nasce nel 1924 con il nome di Città Giardino-Aniene, per poi assumere la veste ufficiale di quartiere, con il nuovo nome Monte Sacro, nel 1951.
Costruito sulla base dell’esperienza urbanistica delle città giardino, già sperimentate in altri paesi europei, specialmente in Inghilterra e Francia.

Nel 1921 Roma aveva avuto la necessità di riorganizzare nuovamente il suo apparato topografico dotandosi di un nuovo Piano Regolatore, dato che il continuo dinamismo edilizio dei primi venti anni del secolo aveva condotto all’invasione di una notevole porzione del Suburbio e della zona a nord est dell’Agro Romano, ad opera, tra l’altro, del consorzio “Città giardino Aniene”.

Il territorio interessato, era quello che insisteva sulla collina di Monte Sacro. Qui l’architetto Gustavo Giovannoni progettò e realizzò, ponendosi per quegli anni indubbiamente all’avanguardia e fuori del Piano Regolatore di Roma, una “Città Giardino”, orientata alla tipizzazione della “garden city” d’oltremanica, composta da costruzioni con struttura “a villini” inseriti nel verde, e con servizi indipendenti: scuola, chiesa, ufficio postale, parco pubblico.
Lo stile architettonico risente invece del barocchetto, una tendenza dell’architettura romana del primo Novecento che riprende temi tipici dell’architettura minore romana, in questo caso mescolati con temi provenienti dall’Italia del nord.
La prima destinazione insediativa era di taglio popolare, con interi lotti dedicati alle abitazioni per i ferrovieri e diversi altri realizzati per l’Istituto Autonomo Case Popolari.

All’epoca, quest’opera così urbanisticamente rivoluzionaria, fu duramente criticata, e solo a distanza di tempo si poté costatare che quella accusa era assolutamente immeritata. La Città Giardino, comunque, nella sua impostazione originale, resistette meno di trent’anni: già negli anni cinquanta, infatti, numerosi villini furono abbattuti per far posto a palazzi residenziali.
Particolarmente interessante è la piazza Sempione, che fa da entrata scenografica al quartiere, e che presenta degli edifici realizzati da Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini.
Nella seconda metà degli anni sessanta prese corpo il quartiere contiguo detto “Monte Sacro Alto”, oggi più noto come “Talenti”.
Da ricordare l’attiva partecipazione degli abitanti e degli studenti del quartiere alla Resistenza durante l’occupazione tedesca; uno di essi, Ferdinando Agnini, studente, fu tra le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine

Oggi Monte Sacro è diventato un quartiere di Roma molto commerciale, ma nonostante ciò è riuscito a conservare diverse aree verdi come il parco Talenti, il Parco dell’Aguzzano e l’adiacente Parco della Marcigliana.