Monte del Grano

E’ il nome popolare del mausoleo di Alessandro Severo, collocato in un’area di Roma che è attualmente parte del moderno quartiere del Quadraro.

È il terzo mausoleo, in ordine di grandezza, di Roma, ovvero la terza tomba a tumulo dopo la Mole Adriana ed il Mausoleo di Augusto. Attualmente si presenta come una collinetta di circa dodici metri di altezza, un po’ nascosta dai palazzi sortile accanto negli anni ’70.

Nel ‘500 venne ritrovato al suo interno un imponente sarcofago attico, oggi conservato nelle sale al piano terreno dei Musei Capitolini.

Si accede all’interno attraverso un corridoio lungo circa ventuno metri che si apre su una sala circolare di dieci metri di diametro, un tempo divisa in due piani.

Vari studi mettono in dubbio l’attribuzione del Mausoleo ad Alessandro Severo, imperatore romano. Recenti studi di Erminio Paoletta accertano che il mausoleo è stato sicuramente il cenotafio dell’imperatore.

La locuzione “Monte del Grano” definisce anche il Parco adiacente il mausoleo.

Il nome Monte del Grano deriva probabilmente dalla corruzione dell’antico nome modius grani (moggio di grano), dovuto alla forma che aveva assunto la collinetta dopo l’asportazione dei blocchi di travertino, avvenuta nel 1387 per opera di tal Nicolò Valentini (uno dei tre nobili veneziani che, durante il giubileo del 1350, offrirono alla basilica di San Pietro una pulcherrimam et myrabilem tabulam de Chrystallo, pulchris laminis argenti deaurati (una tavola di cristallo) per custodire la reliquia del sudario del volto di Cristo).

Il nome di Monte del grano era divenuto comune già nel 1386, così risultando da alcuni documenti conservati nell’Archivio Storico Capitolino.

Il mausoleo faceva parte della tenuta chiamata “Casale delle Forme” (le forme erano una parte della struttura degli acquedotti presenti in zona Tuscolana). Il mausoleo è anche definito come “Monte di Onorio” o “Monte di Nori” o ancora “lo Montone del Grano”.

La leggenda popolare vuole invece che fosse un monte di grano trasformato (per punizione divina) in terra, perché raccolto di domenica, giorno dedicato al riposo.

Il riferimento al grano è comunque legato ad una caratteristica del Quadraro : la toponomastica del quartiere è infatti dedicata, in un modo o nell’altro, a personaggi (divinità o famiglie) legati al mondo agricolo.