Mezzocamino

Mezzocammino è il nome della trentunesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XXXI.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 12f del XII Municipio.
Si trova nell’area sud-ovest del comune, a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.

Storia

La zona fu così chiamata per il fatto che si trovava a metà strada fra Roma e la foce del Tevere. Lì si trovava una stazione di sosta, per i barconi carichi di merci, che provenivano dal porto di Ostia, diretti verso Roma, al porto fluviale di Ripa Grande, o a quello di Ripetta. Le barche, mediante funi, erano trainate da muli che percorrevano le sponde del fiume. Il percorso richiedeva due giorni e la sosta, dopo il primo giorno di cammino, avveniva in questo luogo, che, per tale motivo, prese il nome di Mezzocammino.
La tradizione vuole che in questo luogo fu martirizzato San Ciriaco, primo Vescovo di Ostia. In questo luogo fu eretta una Chiesa, ancora intatta nel XII sec., e poi andata in rovina: alla fine dell’800 esisteva solo la torre campanaria.
Adiacente alla Chiesa vi era anche un cimitero intitolato al Santo, il cui corpo, insieme ad altri venti compagni martirizzati sotto l’Imperatore Massimiliano, in seguito furono trasportati a S. Martino Monti e le teste a S. Maria in Lata. L’antico cimitero fu invano cercato, ma solo durante i lavori sulla Via Ostiense, prima della I° guerra mondiale,nel 1913 furono rinvenute delle tracce, dove oggi è collocato il ponte sul Tevere del G.R.A. A questi rinvenimenti occasionali fece seguito, tra la fine del 1915 e i primi mesi del 1916, una campagna di scavi archeologici svolta durante la costruzione della linea ferroviaria Roma-Ostia; in quell’occasione gran parte delle testimonianze rinvenute furono completamente distrutte per la realizzazione della strada ferrata.
Oggi l’area abitativa si è ampliata occupando l’area dei Tre Pini e di Poggio dei Fiori, verso la  Pontina, e quasi  tutto il tratto che giunge fino alla riva sinistra del Tevere, raggiungendo la Via del Mare.

Tenuta di Mezzocammino 

La tenuta di Mezzocammino, subito fuori il Grande Raccordo Anulare, è compresa tra l’antica Via Ostiense, la Via Cristoforo Colombo, mentre a sud confina con il fosso di Spinaceto.

La zona è costituita da una vasto pianoro del complesso sedimentario vulcanico della Campagna Romana ed è protesa, verso la riva sinistra del Tevere, con una serie di propaggini collinari di terreno argilloso calcareo separate da profondi canali di compluvio naturale.

All’interno della tenuta di Mezzocammino, lungo questo percorso viario, le recenti indagini archeologiche hanno rilevato un’occupazione stabile del territorio a partire dalla tarda età arcaica (VI-V secolo a.C.) fino ad epoca tardo repubblicana (II-I secolo a.C.).

La presenza di macine in pietra lavica, pozzi idrici, resti di fosse e canalizzazioni confermano anche per questa zona l’uso di tali strutture per scopi abitativi.

Sul limite ovest e nord del comprensorio sono state individuate alcune aree di cava prolungatesi fino ad epoca romano imperiale.

Gli scavi portarono in luce, di fronte al Casale di Mezzocamino, alcune strutture murarie absidate relative a mausolei pagani risalenti alla seconda metà del IV secolo d.C., tracce di una vasta necropoli in uso fra il IV e primi decenni del VI secolo d.C. e i resti della basilica costruita da Papa Onorio I° sulle murature di una cisterna romana, a circa cento metri ad est del moderno Casale.

Tra i due nuclei di strutture fu individuato, per circa36 metridi lunghezza, un diverticolo stradale basolato con andamento est ovest; questo tracciato viario probabilmente si staccava a sinistra del VII° miglio dell’antica Via Ostiense.

Particolarmente interessante fu il rinvenimento, in un piccolo settore di scavo, in parte disturbato da successive costruzioni romane, di uno strato di materiali fittili (frammenti d’impasto, bucchero e ceramica attica a vernice nera) databili ad epoca arcaica (VI-V secolo a.C.); è presumibile che, come nella tenuta del Torrino, tale insediamento arcaico di VI secolo a.C. risalisse ad epoca ben più antica.

Probabilmente il cimitero di San Ciriaco si sviluppò a partire dalla metà del IV secolo d.C., anche se non si può escludere l’esistenza di sepolture più antiche, forse risalenti ad epoca precostantiniana.

Nel XIII secolo d.C. il toponimo di San Ciriaco risulta erroneamente legato ad una torretta d’avvistamento posta a 250 metri a sinistra del chilometro 13,300 della Via Ostiense, nella Tenuta del Risaro.

Per la sua particolare posizione, su un’alta collina, questa vedetta era in contatto visivo con altre due torri, ora purtroppo distrutte: la prima, detta Torricella, situata su un’altura di fronte al Casale di Spinaceto, a sinistra dell’omonimo fosso; la seconda, chiamata Trefusa, era costruita su resti di una cisterna romana a circa 500 metri a est di Casale Ruffo, in località Riserva Quartaccio.

Il recente progetto di urbanizzazione nel comprensorio di Mezzocammino è stato preceduto da un’accurata campagna di indagini archeologiche preventive, tuttora in corso, estese su una superficie di circa 150 ettari.

Un antico tracciato stradale, con pavimentazione realizzata a blocchi di basalto, forse già in uso a partire dalla media età repubblicana, si staccava a sinistra del tredicesimo chilometro dell’antica Via Ostiense e, dopo aver attraversato il pianoro della tenuta, grossomodo in senso est ovest, si dirigeva verso l’area di Casal Brunori per raccordarsi con l’antica Via Laurentina (odierna Via Pontina).

Quest’asse stradale di lunga percorrenza, probabilmente un raccordo tra le antiche Vie Ostiense e Appia, proseguiva, dopo aver attraversato le tenute di Vallerano e della Selcetta, verso la biforcazione, detta di “Pizzo Prete”, tra Via di Trigoria e la moderna Via Laurentina (in quest’area alcune recenti indagini, durante i lavori di raddoppio dell’attuale asse stradale, hanno messo in luce una serie di mausolei funerari, tombe a camera e nuclei di sepolture a fossa con copertura di tegole alla cappuccina); successivamente questa strada tagliava, dopo aver ricalcato per circa due chilometri la moderna Via Laurentina, la tenuta di Porta Medaglia in direzione dell’attuale Via Ardeatina: da qui il tracciato antico è, in parte, ricalcato da Via della Falcognana, fino al sito dell’antica Bovillae sull’Appia.