Marcigliana

Marcigliana è il nome della terza zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.III.
Si trova nell’area nord del comune, a ridosso del confine con i comuni di Riano e Monterotondo.

Storia

Sono numerosi i reperti archeologici dei resti di una città con relativi complessi tombali. Sembra si tratti di Crustumerium, un’antica città del Lazio primitivo, che nella storia è ricordata, per il ratto delle Sabine, in lotta con Roma già al tempo di Romolo.

La città occupava la collina della Marcigliana Vecchia (sulla destra della Via Salaria, appena oltrepassato lo svincolo dell’Autostrada per Firenze) e quella contigua di Campogrande; era perciò in posizione dominante sul Tevere, e a scopo difensivo, sul lato che volge all’entroterra era limitata da un lungo avvallamento artificiale che doveva essere completato da un terrapieno.

Nel 380 a.C., quando l’abitato era stato già sostanzialmente abbandonato, nel territorio di Crustumerium le fonti antiche ricordano la terribile battaglia del fiume Allia (l’odierno fosso della Regina o fosso Maestro), dove i Romani combatterono contro i Galli guidati da Brenno e subirono una rovinosa sconfitta.

Anche in altri punti della collina sono riconoscibili i resti di una fortificazione di forma quadrata. Sulle alture vicine si ritrovano necropoli con tombe a grotticella e a camera, scavate nel periodo che va dall’VIII al V secolo a.C.. Sono inoltre visibili le tracce delle principali strade che univano la città di Crustumerium con le vicine Nomentum, Ficulea e Fidenae.

Successivamente, in epoca medioevale, si svilupparono gli insediamenti a fini agricoli e/o di pastorizia nel territorio, con la distribuzione in grandi ‘Tenute’ dell’Agro Romano comprendenti case padronali e alloggi per coloro che vi lavoravano, oltre che edifici per il ricovero del bestiame.

I nomi assunti dalle Tenute e dalle strade che le collegavano o le attraversavano erano per lo più legati ai possessori.

La Riserva Naturale Marcigliana 

E’un’area naturale protetta sita in provincia di Roma, tra i comuni di Roma, Fonte Nuova, Mentana e Monterotondo, tra via Salaria, via Nomentana, via della Marcigliana e via della Cesarina.
Esteso per oltre 4.000 ettari il paesaggio è rurale e composto da campi coltivati, spallette boscose e filari di alberi lungo le strade private.
In questo parco si trovano i fondi di Torre Madonna, Fonte di Papa, Massa, Ciampiglia Barberini, Ciampiglia Del Bufalo, Santa Colomba, Valle Ornara, Casal della Donna, Capitignano, Olevano, Cesarina, Capobianco, Sant’Agata e Coazzo; di quest’ultimo è visibile il casale presso l’incrocio di via della Cesarina con la Nomentana.
Lungo il tratto settentrionale di via di Tor San Giovanni è il casale di Tor San Giovanni, edificio medievale con torre.
In tutto il territorio considerato sono sparsi resti di età romana, in parte non visitabili perché gran parte del parco è di proprietà privata. Un vasto settore, corrispondente all’antica Tenuta Capitignano (detta poi Tor San Giovanni in quanto divenuta di proprietà dell’Ospedale di San Giovanni) è oggi di proprietà del Comune di Roma e vi ha sede la “Casa del Parco”. Un appezzamento di meno di 60 ettari, lungo Via della Marcigliana, è di proprietà demaniale e corrisponde al principale sepolcreto (Monte Del Bufalo, dalla famiglia Del Bufalo) dell’antica città di Crustumerium, il cui settore insediativo è ancora di proprietà privata (Duca Grazioli). L’abitato antico e il circondario (circa 500 ettari) sono assoggettati ad un provvedimento di stretta tutela archeologica.

Crustumerio

Fu un’antica città del Latium, oggi scomparsa.
Secondo gli storici antichi questa città si trovava a nord di Fidene, non molto distante dalla riva sinistra del Tevere, presso il fiume Allia. Mentre non esiste certezza sulla natura dei suoi abitanti che secondo i diversi autori erano originari dai Sabini o dai Latini o Falisci o addirittura dai Siculi.
La sua necropoli è stata individuata recentemente, negli anni settanta, nella zona a nord di Roma presso via della Marcigliana.
Publio Virgilio Marone ci descrive Crustumerio come una delle 5 città che fabbricarono le armi usate contro Enea. Livio ci da molte notizie sulla città che fu sottomessa da Romolo, e poi Tarquinio Prisco annesse definitivamente il suo territorio detto Agro Crustumino con la formazione della tribù clustumina.
Decadde dopo la distruzione di Veio nel IV secolo a.C.