Magliana Vecchia

Magliana Vecchia è il nome della quarantesima zona di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XL.

Il comitato Catacombe di Generosa, la più antica associazione culturale presente nel XV municipio che svolge da oltre trant’anni un’attività volta alla conservazione e divulgazione del patrimonio storico-culturale del territorio, organizza delle visite gratuite, effettuate dal presidente Nicola De Guglielmo, alla villa della Magliana e all’intero complesso, che ora comprende anche l’ospedale San Giovanni Battista, con il patrocinio del XV municipio e per gentile concessione del Sovrano militare dell’Ordine di Malta. “Si può riscoprire oggi la villa della Magliana, fuori dai consueti itinerari turistici, coi resti arborei di un’antichità rarefatta ed appena riconoscibili, dove il Rinascimento è arrivato sulla dirittura finale del viale del tramonto, attraverso una serie di visite guidate della durata di un’ora e mezza, una volta al mese di sabato pomeriggio, per riscoprire una delle gemme della periferia romana, per lo più sconosciuta a molti”, spiega il presidente del comitato. Circondata da una bellissima campagna, la villa è stata un antico casale, una tenuta di caccia, una residenza estiva per i papi, un castello al quale si accedeva attraverso una porta merlata, circondato da un profondo fossato per proteggersi dalle continue invasioni dei mori. In una bolla di Benedetto VIII del 1018, compare per la prima volta la notizia della proprietà di un casale agricolo “unum et integrum”, a9 chilometrida Roma. Intorno al 1471 il cardinale Girolamo Riario decise di destinare la tenuta a zona di caccia. Il suo successore, Innocenzo VIII, fece costruire il “palazzetto” della Magliana, affidando i lavori all’architetto Graziadeo Prata da Brescia. L’elezione nel 1503 di Giulio II della Rovere segnò una svolta, perchè il nuovo papa nominò, tra i cardinali di fiducia, Francesco Alidosi, vescovo di Pavia, che divenne il vero esecutore dell’ampliamento della villa, chiamando a sé Raffaello con la sua scuola. Venne così ristrutturata la vecchia cappella, dedicata a S. Giovanni Battista, da cui il nome odierno del vicino ospedale: originariamente ricca di decorazioni pittoriche, presentava nell’abside un affresco che, attualmente al museo del Louvre di Parigi, fu realizzato dagli allievi di Raffaello, secondo i disegni del loro maestro. Il pontificato di Leone X fu un altro periodo splendido per la villa: in quegli anni la sua corte ospitò i migliori artisti e le menti più eminenti dell’epoca, Raffaello, Bramante, Michelangelo, Pico della Mirandola; fece allestire la ‘sala delle Muse’, ricca di affreschi rappresentanti Apollo e le Muse, che attualmente si trovano presso il Museo di Palazzo Braschi. Con la fine del Rinascimento, anche la villa perse la sua importanza e sopravvisse a se stessa fino alla fine del ‘500; nell’800 fu data in beneficio alle monache di Santa Cecilia, che la affittarono a privati; è stata salvata ed è tornata, in parte, al suo antico aspetto grazie ai Cavalieri di Malta. Il 19 giugno del 1959 fu stipulato un atto ufficiale tra il consiglio di reggenza dell’associazione dei Cavalieri ed il presidente del C.d.A. della società finanziaria “La Magliana” che era divenuta proprietaria del monumento: la cessione era condizionata all’acquisto da parte dei Cavalieri di tutta la tenuta circostante e “all’impegno di provvedere a tutte le opere di conservazione, manutenzione e restauro” imposte dalle leggi in materia di tutela storica e artistica dei monumenti, impegno che l’Ordine ha adempiuto anche con la fondazione e la gestione dell’ospedale.