Luoghi di Ostia

Pontile
Inaugurato il 27 ottobre del 1940 proprio di fronte alla Piazza dei Ravennati, il Pontile della Vittoria, allora Pontile del Littorio, ha da sempre avuto un’esistenza travagliata. Simbolo per antonomasia del litorale ostiense, nel dicembre del 1943, ad appena tre anni dalla sua inaugurazione, fu raso al suolo dalle truppe tedesche che avevano occupato la zona, nel tentativo d’impedire lo sbarco degli anglo-americani per la liberazione della capitale. Rimasero in piedi appena due tronconi in mare e l’emiciclo del pontile, che fu totalmente ristrutturato solo nei primi anni ’50. Negli anni ’60 un gruppo di ragazzi di Ostia scoprì sotto la parte a terra della struttura, interrata nel bagnasciuga, una Santa Barbara tedesca perfettamente conservata. Per permettere la bonifica del deposito l’intera area del pontile rimase chiusa al pubblico per vari mesi. Seguirono poi, negli anni, svariati altri periodi di chiusura per lo più dovuti ai continui danneggiamenti causati al pontile dalle mareggiate.
Una volta constatata l’incapacità a risolvere una tale situazione, il Comune di Roma optò per una soluzione drastica e nel 1980 decise di demolire completamente la struttura. Fortissima fu però l’opposizione verso questo intervento da parte di privati, associazioni sindacali, organi di stampa e vari esponenti del mondo politico. Accantonata quindi l’idea di demolire, si procedette ad una totale rimessa a nuovo della struttura, inaugurata con tutti gli onori due anni dopo, alla presenza del sindaco di Roma e delle varie autorità locali. Il pontile si protende ora verso il mare con i suoi 150 metri di lunghezza, allargandosi nella parte terminale a formare una piazzola, dove fa bella mostra di se una caratteristica rosa dei venti.

L’arenile di Ostia
Il territorio del XIII Municipio si caratterizza per essere comprensivo del litorale di Roma. Sono circa 14 km d’arenile, di cui il 15% a spiagge libere o libere attrezzate, mentre il rimanente 85% organizzato in stabilimenti in concessione per la balneazione. Tra le spiagge libere attrezzate le più belle ed importanti sono quella di Castel Porziano (concessa dal Presidente della Repubblica ai bagnanti romani nel 1965), con i suoi 7 cancelli d’ingresso lungo la Via Litoranea e Capocotta (rientrante nel territorio della Riserva Statale del Litorale Romano), con i suoi 5 ingressi. Le loro dune ricoperte di macchia mediterranea da migliaia di anni offrono un panorama unico, ma estremamente fragile e da tutelare. Nei 10 km d’arenile tra il confine della Riserva Presidenziale ed il Nuovo Porto Turistico sorgono più di 50 stabilimenti balneari. Molti sono quelli storici, come il Battistini, primo stabilimento-ristorante di Ostia fondato nel 1911, appena 3 anni dopo che la Via Ostiense era stata prolungata fino al mare. Poi il Tibidabo (nato nel ’28, esempio d’architettura moderna con ascendente razionalista), il Plinius e la Vecchia Pineta, del ’31, il Capanno, ex-Duilio (realizzato nel ’39 da Moretti, stesso architetto che si è occupato di Casalpalocco) ed il Kursaal, fine anni ’40, dal caratteristico trampolino aggiunto nei ’50, dell’architetto Nervi. Esempio neoclassico con punte di liberty era lo stabilimento Roma, realizzato nel ’24 dall’architetto Milani. Per la sua cupola dalle dimensioni monumentali era definito il più grande del mondo. Venne distrutto dai tedeschi nel ’43 poichè facile punto di riferimento per gli aerei alleati.
Tutti questi stabilimenti, che di giorno fanno da location alle numerose manifestazioni sportive che vedono Ostia come protagonista, al calar del sole si trasformano in night e discoteche, divenendo meta preferita dei romani nelle calde notti capitoline.

Ex-colonia marina Vittorio Emanuele III
La prima colonia marina di Ostia nacque nel 1916, su progetto dell’architetto Marcello Piacentini. Era una costruzione in cemento armato che vantava refettori, cucine, sale svago e due grandi camerate per un totale di 80 posti letto, atti ad ospitare i ragazzi per i quali era previsto anche il pernottamento. Nel 1925, nell’ambito di un piano sanitario voluto dal Governatorato di Roma, venne proposto l’ampliamento della struttura per contrastare la lotta alla tubercolosi. Il progetto venne affidato all’architetto Vincenzo Fasolo, che dette il via ai lavori il 20 gennaio del 1927. L’inaugurazione della struttura avvenne il 24 gennaio del 1932, alla presenza della regina Elena. Vista la coincidenza con il venticinquesimo anno di regno di Vittorio Emanuele III, il cosiddetto “Ospizio Marino e Colonia di Profilassi” fu intitolato al sovrano d’Italia. Il tutto era dislocato su un’area di circa 16.000 metri quadrati e diviso in due sezioni distinte. Per facilitare lo spostamento dei ragazzi fino al mare fu costruito un sottopasso, ancora esistente, che li conduceva direttamente in spiaggia. Il complesso fu occupato e semidistrutto dai tedeschi nel 1943 e rimase inattivo fino alla ristrutturazione avvenuta nei primi anni ’50. Da allora fino al 1983 fu adibito a collegio per ospitare i figli delle famiglie bisognose romane.
Attualmente l’edificio continua a svolgere un servizio di pubblica utilità, ospitando mensa dei poveri, centro anziani e alloggio temporaneo per persone meno abbienti. E’ inoltre sede della biblioteca “Elsa Morante”, una delle migliori della capitale, e del Teatro del Lido.

Basilica S.Maria Regina Pacis
Nel 1916 l’ingegner Paolo Orlando si mise in contatto con l’allora Vescovo di Ostia, Cardinal Vannutelli, proponendogli di far costruire un tempio votivo alla Regina della Pace, affinchè non si protraessero più a lungo i giorni della prima guerra mondiale in atto. Il progetto per la realizzazione dell’opera fu affidato all’architetto Giulio Magni. Il Governatorato di Roma donò ai Padri Agostiniani, che già officiavano la Chiesa di S.Aurea, 2500 mq di terreno sulla duna più alta del litorale, ove il Magni avrebbe edificato la futura “Basilica S.Maria Regina Pacis”. La prima pietra angolare dell’edificio fu posta il 21 giugno del 1919 dal Cardinal Vannutelli, con un suggestivo rito religioso. La consacrazione e l’inaugurazione al pubblico ebbero luogo 9 anni dopo, il 20 dicembre del 1928.
La chiesa ha una lunghezza di 56 metri ed una larghezza di 21. Vanta una cupola ottagona dal diametro di 12 metri, la cui altezza tocca i 42. La navata centrale, coperta da una volta a tutto sesto suddivisa in sezioni, è scolpita dalle lunette delle grandi finestrature laterali. Sono presenti anche cappelle laterali il cui ritmo è scandito da una successione di colonne, in finto travertino martellato con plinto ottagonale e capitello corinzio, dell’altezza di 8 metri sotto il cornicione. L’esterno, dalle linee insieme classiche e moderne, è in travertino romano con speciali mattoni rossi. La facciata è maestosa, anche se ha un portone d’ingresso centrale un pò angusto, sormontato dallo stemma di Papa Pio XI. Sulla navata centrale e sulla facciata vi sono grandi finestre che riprendono, nello stile, quelle delle terme di Diocleziano.

Cineland
Una delle più grandi multisala cinematografiche d’Europa, la struttura è stata inaugurata il 15 settembre del 1999, grazie al recupero dei fabbricati dell’ex Meccanica Romana (chiusa 26 anni prima), nell’ambito di un progetto di riscatto urbanistico nella zona di Ostia. La grande costruzione era stata realizzata durante la bonifica agraria per volere di Mussolini, tra il 1927 ed il 29. Doveva costituire il nucleo originario di una grande area industriale servita dalla ferrovia Roma-Ostia, ma rimase isolata. Inizialmente impiegata nella produzione di macchine agricole, fu poi adibita a fonderia, per tornare a produrre macchinari ed aggiustare i vagoni della Roma-Ostia dall’immediato dopoguerra fino agli anni ’70. Nella realizzazione della moderna multisala sono state mantenute tutte le facciate del fabbricato originario, sottoposte ad intervento di risanamento con metodi ad impatto leggero. Le strutture in ferro che costituivano la prima matrice formale, non più in linea con le normative vigenti, sono state invece integralmente riprodotte, così come gli intonaci, picconati e rifatti. Lesene e capitelli sono stati ripresi.
Il Cineland vanta adesso 15.000 mq coperti e 60.000 mq. di verde. Si compone di due sezioni principali: 14 sale cinematografiche multiplex ed un’area divertimento con 16 piste da bowling, sala giochi e centro realtà virtuale, oltre a ristoranti, birrerie, gelaterie, negozi vari e pubblici esercizi, edificio per riunioni e parcheggio con 3.000 posti auto. Nell’area interna antistante il Mc Donald’s è stato inoltre allestito uno speciale parco giochi per i più piccoli.

Palazzo del Governatorato
Il Palazzo del Governatorato di Ostia fu realizzato tra il 1924 ed il 1928 su progetto dell’architetto Vincenzo Fasolo (1885-1969), lo stesso che si è occupato anche della Caserma dei Vigili del Fuoco (1926), della Colonia Marina Vittorio Emanuele III (1927) e del Ponte Duca d’Aosta (1938). La prima pietra dell’edificio, ubicato in Piazza della Stazione Vecchia, fu posta il 10 agosto del 1924 (lo stesso giorno in cui veniva inaugurata la ferrovia Roma-Lido) con la benedizione del Vescovo di Ostia, Cardinal Vincenzo Vannutelli e con apposta la firma del Capo del Governo, Benito Mussolini. Il palazzo è stato edificato nel rispetto dei criteri monumentali classici, adoperando materiali importanti quali il travertino di Tivoli ed il tufo dorato della campagna romana. Tra gli elementi di maggior pregio dell’intero complesso si nota la torre, decorata con altorilievi realizzati in impasto di polvere di travertino. Tutto l’edificio, con particolare attenzione alle facciate esterne, è stato decorato da Umberto Calzolari, su bozzetti da lui elaborati ed approvati da Fasolo.
Per qualche anno un’ala del palazzo ha ospitato il primo centralino telefonico di Ostia e le scuole elementari. In seguito, dalla fine del secondo conflitto mondiale sino ai primi anni ’80, è stato l’unico pronto soccorso ostiense. Sede attuale del Municipio Roma XIII, è soggetto a lavori di restauro che lo restituiranno agli antichi splendori, riconsegnando ai cittadini un pezzo importante di storia del territorio ed aprendola al pubblico utilizzo culturale, mediante l’organizzazione di varie mostre e manifestazioni all’interno di alcuni dei suoi locali.

Monumento a Pasolini
La notte del 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini fu ucciso in un campo del degradato Idroscalo di Ostia, a pochi passi dallo squallido gruppo di casupole abusive. Suo assassino fu un ragazzo di 17 anni, Giuseppe Pelosi detto “Pino la rana”, per nulla differente dai giovani di borgata descritti dal contestato scrittore nei suoi libri. Il ragazzo lo massacrò a colpi di bastone per poi investirlo con la macchina di proprietà dello stesso Pasolini.
In quel luogo irreale, proprio sulla scena del delitto, lo scultore Mario Rosati ha scolpito un monumento dedicato alla sua memoria. E’ un’opera moderna in cemento grezzo, che per vent’anni è rimasta abbandonata a se stessa, isolata tra fango, acquitrini, immondizia e sterpaglie, senza una targa a ricordare ove furono soppresse la persona e la poesia di Pasolini. Due anni fa l’area dedicata al monumento è stata però completamente bonificata e sistemata. La scultura è ora inserita nel perimetro dell’oasi ecologica dov’è situato il Centro Habitat Mediterraneo della LIPU. Posta in un’area recintata, non è più circondata da rifiuti, ma dalla natura rifiorita. Un tempo quasi sconosciuta, sono in continuo aumento le persone che si recano a visitarla, anche grazie all’istituzione nelle immediate vicinanze del nuovo porto turistico di Roma (che attrae moltissimi turisti). Alla memoria di Pasolini è dedicata, sempre ad Ostia, anche un’altra scultura. Realizzata dal maestro Cascella l’opera è situata nella centralissima Piazza Anco Marzio.

Oasi della LIPU
Nella zona dell’Idroscalo di Ostia, proprio alle spalle del nuovo Porto di Roma, in una laguna di 11 ettari ricostruita presso la foce del Tevere, è situato il Centro Habitat Mediterraneo della LIPU. Sebbene posizionata nei pressi di una zona fortemente urbanizzata, tale oasi ecologica è in breve tempo divenuta una delle ultime mete in cui gli uccelli possono trovare un riparo sicuro e stabile, dove riposarsi e procurarsi il cibo isolati da elementi di disturbo, nel corso dei loro viaggi migratori. L’opera di ricostruzione ambientale è stata effettuata dagli operatori della LIPU in modo tale da far rivivere, nei tempi dettati dalla natura, le condizioni territoriali antecedenti la costituzione degli insediamenti umani. In posizione strategica, tra il fiume ed il mare, gli uccelli che si orientano seguendo il Tevere possono trovare stagni, canneti e duna costiera. Più di una volta si sono registrati nella zona eventi di elevato interesse ornitologico. Negli ultimi anni sono state censite sul luogo ben 180 differenti specie di uccelli, spesso anche molto rare, come il Tarabusino, che sovente vi nidifica e la Moretta tabaccata, che vi è stanziata. Proprio quest’ultima specie, presente in Italia con solo una cinquantina di coppie, è considerata vulnerabile a livello europeo ed è classificata al massimo grado d’importanza per la conservazione.
Numerose sono le iniziative del centro per la salvaguardia e la liberazione di vari uccelli. In primavera ed estate vengono poi accolti i piccoli caduti dal nido ed in inverno i rapaci feriti dai bracconieri. Gli animali vengono curati ed aiutati a riprendersi e lasciati andare una volta guariti.