Gianicolense

Gianicolense è il nome del dodicesimo quartiere di Roma, indicato con Q.XII.

Esiste anche un suburbio omonimo, contrassegnato con S.VIII.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 16d del XVI Municipio.

Si trova nell’area sud-ovest della città, a ridosso delle Mura Aureliane e del fiume Tevere.

Il Quartiere 

Comunemente chiamato dagli abitanti “Monteverde”, il quartiere è compreso tra la via Aurelia Antica e la via Portuense e si estende dalle mura gianicolensi, che cingono Trastevere, fino a via del Casaletto. Oltre via del Casaletto vi è il suburbio Gianicolense, nel quale vi è il Parco della Valle dei Casali e borgate popolose come Bravetta (o Borgata Villini).

Gli abitanti, però, non lo percepiscono come un unico quartiere, ma ne distinguono molti: Monteverde Vecchio (che comprende anche Ponte Bianco, poco prima di viale Trastevere), Monteverde Nuovo e Colli Portuensi.

Il nome deriva dal colle Gianicolo, compreso nel rione storico di Trastevere, intorno al quale, agli inizi del Novecento, è avvenuta la prima espansione urbana di Monteverde (via Carini e piazza Rosolino Pilo).

Emergenze monumentali e ambientali

Il quartiere è ricco di testimonianze storiche; in primo luogo le catacombe cristiane di San Pancrazio, che si trovano al di sotto dell’antichissima Basilica di San Pancrazio, situata poco fuori dell’omonima porta. Vi erano anche delle catacombe ebraiche, il cui ingresso, probabilmente all’altezza di Via Paolo Segneri, fu seppellito sotto una colata di cemento che permise poi la costruzione su un terrapieno di alcune palazzine. Di grande importanza storica il cimitero di Ponziano, il cui ingresso principale è in via alessandro Poerio: cimitero che però non è mai stato aperto al pubblico.

A nord del quartiere si apre un grande polmone verde: è la villa Doria Pamphilj, il parco pubblico più grande di Roma. La villa, che si è originata dalla fusione di diverse vigne nel Seicento ad opera della nobile famiglia romana dei Doria Pamphilj, che la possedette fino agli anni settanta del Novecento. Degno di menzione è l’edificio principale della villa: il Casino Seicentesco, progettato dall’architetto Alessandro Algardi. Di grande valore storico, artistico e ambientale è anche la Villa Sciarra: sette ettari di verde in cui gli ultimi proprietari, gli americani George Wurts e sua moglie Henriette Tower, trasferirono numerose statue in arenaria provenienti provenienti dal castello visconteo di Brignano d’Adda, dando al parco l’aspetto attuale.