Gabii

Gabii era un’antica città del Lazio, posta probabilmente tra Roma e Preneste, lungo il tracciato della Via Prenestina. Secondo Dionigi di Alicarnasso, faceva parte dell’antica Lega Albana.

Le sue cave fornivano un’eccellente pietra da costruzione (lapis gabinus). L’ubicazione della città, in epoca moderna, fu individuata nel XVIII secolo da Pierluigi Galletti.

Storia

Secondo la tradizione fu il luogo dove Romolo e Remo sarebbero stati educati e sarebbe stata loro insegnata la scrittura.

La città accolse Tarquinio Sestio, come finto disertore in fuga dal padre Tarquinio il Superbo, e venne quindi conquistata con l’inganno.

Un trattato fra Roma e Gabii, scritto su una pelle di bue che copriva uno scudo, era conservato nel tempio di Quirino.

Già in epoca repubblicana iniziò a decadere e, nei primi anni dell’età imperiale, la città era ormai ridotta ad un semplice villaggio.

Gabii rappresenta il vertice antico di un triangolo con ai lati le cittadine di Tibur (Tivoli), Praeneste (Palestrina) e Collatia, che nel periodo antico ebbero notevole sviluppo e grande importanza nelle vicende storiche e politiche del Lazio in forza della posizione strategica sulle arterie di collegamento dei percorsi commerciali tra l’Etruria e la Campania. Le comunità erano legate tra loro da parentele, guidate da capi guerrieri e sacerdoti, vivevano in capanne ed in alcuni periodi dell’anno lavoravano la ceramica. Tra il IX secolo a.C. e VIII secolo a.C. in queste comunità egualitarie ebbero luogo delle trasformazioni sociali, che portarono alla costituzione di un sistema sociale di tipo gentilizio-clientelare con la formazione di centri protourbani, anticipatori di quelli urbani propri del territorio laziale latino.

Gabii potrebbe essere la città natale del poeta Tibullo.