Don Bosco

Don Bosco è il nome del ventiquattresimo quartiere di Roma, indicato con Q.XXIV.
Alcune targhe stradali ancora riportano la numerazione S.V, indicante l’appartenenza al soppresso suburbio Tuscolano.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 10a del X Municipio.
Si trova nell’area est-sud-est della città, lungo la via Tuscolana.

Inizialmente quest’area era compresa nella zona nota come il Quadraro, toponimo rimasto per gran parte della zona sud-est di quello che ufficialmente è il quartiere Tuscolano. Infatti con Quadraro si indicava, fino agli anni ’30 circa, tutta la zona a sud di Roma che va da Porta Furba agli attuali stabilimenti di Cinecittà.

Dopo la costruzione degli stabilimenti cinematografici la zona venne sempre più frequentemente indicata con il termine “Cinecittà”, e così il quartiere che sorse attorno.

Il toponimo Quadraro indica oggi l’area dove sorge l’insediamento urbano più antico della zona. Nella divisione amministrativa di Roma degli anni ’20 quello che sarebbe divenuto il quartiere Don Bosco era ufficialmente noto come V Suburbio, oltre che popolarmente noto come parte del Quadraro.

La nascita si ebbe per due fattori: la fondazione e lo sviluppo degli studi cinematografici di Cinecittà nel 1936, allora i più moderni e grandi d’Europa; poi per la costruzione e sviluppo del complesso salesiano e della chiesa di San Giovanni Bosco.

I lavori iniziarono nell’immediato dopoguerra, dove la zona vide la crescita urbanistica a partire dal Quadraro lungo la Tuscolana fino agli studi cinematografici. Così sorse nei primi anni Cinquanta il quartiere intensivo di Don Bosco, nato proprio con la promozione dei Salesiani intorno all’omonima basilica, inaugurata nel 1957.

La sua piazza fu utilizzata come set di alcune scene della La dolce vita di Federico Fellini, immaginandola come parte del quartiere Eur, assai distante dagli studi cinematografici di Cinecittà.

Progettata da Gaetano Rapisardi recuperando alcune indicazioni del piano regolatore del 1931, quest’area era già destinata durante gli anni Trenta alla sua urbanizzazione, motivo per cui gli edifici della piazza sono palesemente caratterizzati da un architettura tipica del ventennio fascista, uno stile architettonico noto in Europa come Stile Novecento ed in Italia come Stile Littorio, non dissimile a quello nei paesi dell’Est dell’era sovietica.

La piazza di San Giovanni Bosco è dominata dalla chiesa opera anch’essa del Rapisardi caratterizzata dalla sua mole e la grande cupola con le sculture degli angeli che sorreggono la croce.
Nel quartiere è da ricordare l’edificio dell’Istituto Luce, la più antica istituzione pubblica destinata alla diffusione cinematografica italiana. La sua sede fu costruita tra il 1937 e 1938.