Colle di Mezzo

Colle di Mezzo sorge su un altura posta tra Via di Vigna Murata e il Fosso della Cecchignola ove circa trenta anni fa cominciarono ad essere edificate delle palazzine, ancora oggi è rimasta una zona isolata rispetto ad altri quartieri.

Il Serbatoio idrico di Palpacelli.

Progetto che doveva essere inserito in un’area denominata parco scientifico dell’acqua. Questo centro nasce dal design a scala gigante. Esso e’ in effetti un autentico organismo architettonico. Tutte le funzioni sono integrate tra loro, ciascun elemento architettonico assolve contemporaneamente più funzioni, concetti appunto nati dal design. Il pubblico puo’ raggiungere le varie zone fruibili: la terrazza, sopra il serbatoio pensile anulare, a quota 70 metri dal suolo, la quale fornisce un ottimo punto d’osservazione della città; la caffetteria, ad una quota più alta; il percorso anulare intorno all’imbocco del vortice del piezometro che inevitabilmente provoca emozioni suggestive nel guardare la caduta dell’acqua. Fruibili dal pubblico sono anche i torrini in sommita’, luminosi di notte. Gli elementi di collegamento verticale, la scala e l’ascensore, sono contenuti nei due piloni cavi esterni al serbatoio anulare; questi sorreggono la torre piezometrica dalla forma tronco conica rovesciata. L’acciaio impiegato nella costruzione e’ ITACOR 2, del tipo autopassivante con rivestimenti inox voluti dall’architetto non solo per la grande durata e scarsa manutenzione, ma anche per l’alta qualita’ visiva delle immagini che riflettono. Tutte le superfici degli elementi aerei sono costituite da 96 pannelli piani verticali in acciaio inox satinato, che determinano una visione formale perfettamente circolare. Funzione di questo acciaio e’ la sua lunga durata nel tempo e la sua capacità di armonizzarsi con le mutevoli tonalita’ del cielo. Questi pannelli, distaccati da solchi verticali di 3 cm in inox lucido, consentono anche la lettura dell’ora sulle tacche ed i pannelli corrispondono infatti ciascuno ad un quarto di ora delle 24 della giornata. Questo grande organismo avrà una lunghissima durata nel tempo in cui la manutenzione dovrà essere minima. Non esistono mensole o strutture in vista , cornici o aggetti che potrebbero dare luogo a depositi di polvere e relative colature. Le giunture sono previste sempre verticali sul filo della continuita’ della superficie. Tutto l’edificio poggia su due grossi blocchi di c.a. che saranno lasciati in vista allo stato grezzo e saranno percorribili sopra per l’osservazione e l’accesso dalla base dei cilindri. L’intenzione e’ di lasciare le grandi canalizzazioni in vista e non sottoterra; a questo scopo le canalizzazioni sono colorate con colori specifici per le rispettive funzioni: rosso gli arrivi, blu le partenze, giallo le dispersioni o scarichi. Cio’ rendera’ leggibili le funzioni idrauliche in basso, che integrate con la lettura di tutti gli altri elementi sempre chiaramente figurati nelle loro funzioni nello spazio, daranno l’immagine integrale dell’organismo architettonico.

Palpacelli sviluppa un linguaggio innovativo, concepisce il serbatoio , non solo come architettura, scultura, tecnologia, ma anche come una composizione armonica tra le parti e la natura circostante dove ogni elemento e’ il tutto e parte del tutto. L’impianto e’ realizzato interamente in cemento armato e comprende 5 elementi principali: un piezometro per l’alimentazione delle zone piu’ alte del territorio; un serbatoio anulare per la distribuzione alle zone piu’ basse; 2 vasche interrate; un gruppo di elettropompe per sollevare l’acqua dai serbatoi interrati a quelli sopraelevati e una camera di manovra per le apparecchiature di comando e di controllo. Il serbatoio e’ sostenuto a sbalzo da 3 piloni cavi , di altezze diverse che si rastremano verso l’alto, uno dei quali si amplia nella parte terminale per l’inserimento dell’altro serbatoio, il piezometro. I 3 piloni ospitano al loro interno gli impianti di servizio e sono caratterizzati da superfici esterne rigate da profilati metallici a U; in quello piu’ alto c’e’ l’ascensore proprio per contenere l’extracorsa.