Cecchignola

Cecchignola è il nome della ventiduesima zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XXII.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 12e del XII Municipio.
Si trova nell’area sud della città, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare.

Storia

Il nome più antico con cui veniva identificata questa tenuta era “Cicomola” che, insieme al termine “Piliocti” (odierna Tor Pagnotta), compare in una bolla di papa Onorio III° (1216-1227 d.C.) con riferimento al monastero di San Alessio. Il termine si attribuiva anche alla tenuta di S. Ciriaco (Mezzocamino), appartenuta ai Capizucchi e passato in seguito ai Torlonia, fino ai primi del ‘900.

Ancora oggi, inclusa nel consorzio Fonte Meravigliosa, c’è l’antica e altissima Torre della Cecchignola con l’annesso casale fortificato, innalzata dai Torlonia per sollevare l’acqua di una sorgente e distribuirla nella tenuta. Quella sorgente alimenta il laghetto artificiale dell’Eur.

La città Militare

Il primo nucleo abitativo dell’attuale città militare fu costruito per alloggiare gli operai impegnati nell’allestimento dell’ Esposizione Universale di Roma (attuale EUR).
Successivamente allo sbarco di Anzio, ci si insediarono gli eserciti alleati.
Negli anni successivi, si sono insediati svariati comandi, enti ed unità militari fino a formare una piccola città autonoma, servita da una ben distribuita rete viaria, chiusa al traffico civile.
Nonostante il nome, la città militare si trova nel territorio del quartiere Giuliano Dalmata.

La Città Militare è in grado di ospitare circa 700 soldati che trascorrono qui buona parte del servizio di leva.

Tenuta della Cecchignola 

La tenuta della Cecchignola, stretta fra i moderni tracciati delle Vie Ardeatina e Laurentina, si estende a sud dell’omonimo fosso, di fronte all’odierno quartiere di Fonte Meravigliosa.
Il comprensorio confina ad est con la tenuta di San Cesareo, ad ovest con il quartiere di Colle di Mezzo e la Città Militare, mentre a sud con Via di Tor Pagnotta.
A 500 metri a destra del primo chilometro di Via della Cecchignola, dopo l’incrocio con la moderna Via Ardeatina, si conservano i resti, parzialmente ricostruiti, di un’altissima torre e di un Casale circondati da un recinto merlato.
La torre, conservata per circa due terzi dell’altezza originaria, è costruita con la caratteristica tecnica del XIII secolo d.C.: presenta un paramento murario di tufelli regolari ed munita di finestre rettangolari con stipiti marmorei.
La parte superiore della vedetta, con merlatura, è stata completamente ricostruita, mentre la base è stata rinforzata da un alto sperone, probabilmente contemporaneo ai primi rifacimenti del complesso.
La torre e il Casale costituivano un importante fortilizio che dominava tutta la tenuta della Cecchignola.
Il complesso fortificato era difeso da alcune torrette di vedetta poste sulle alture circostanti, purtroppo oggi in gran parte abbattute; i resti attualmente visibili di una di queste, a circa 250 metri a nord ovest della torre, si riferiscono ad una costruzione completamente romana riutilizzata certamente durante il medioevo.
Le ricognizioni superficiali svolte nell’area del comprensorio, in occasione della creazione di nuovi quartieri residenziali, hanno permesso di individuare, lungo il fosso della Cecchignola, resti di stanziamenti abitativi, strutture di servizio e tracce di un’interessante sistema di drenaggio dell’acqua scavato nel banco di tufo; altri resti, forse relativi ad impianti di tipo rustico, probabilmente risalenti tra il tardo periodo arcaico e la media età repubblicana (V secolo a.C. – metà del III secolo a.C.), sono stati scoperti presso Via della Cecchignoletta, Casale di Cecchignola Vecchia e Casale Zola.
Nella metà degli anni ’80, durante alcuni sondaggi preventivi per l’allargamento di Via della Cecchignola, sono stati messi in luce, nella zona compresa tra Vicolo della Cecchignoletta e Via tenuta della Cecchignola, le tracce dall’antico percorso della Via Ardeatina. Questa strada, dopo aver incrociato Via di Vigna Murata, ricalcava, per circa un chilometro, l’attuale tracciato di Via della Cecchignola per poi deviare verso sud; la via, dopo aver attraversato l’area dei Casali Romagnoli, proseguiva lungo il Vicolo del Bel Poggio fino oltre il Grande Raccordo Anulare.
Nel tratto indagato lungo l’antico tracciato stradale sono stati evidenziati, anche in tempi recentissimi, nuclei di tombe a fossa con copertura di tegole alla cappuccina e tracce di mausolei funerari di epoca imperiale.
Resti di un interessante sepolcro romano realizzato in opera laterizia, probabilmente risalente al II secolo d.C., si trovavo a circa 150 metri a destra dell’incrocio tra Via di Tor Pagnotta e Vicolo del Bel Poggio; la struttura, riutilizzata nel corso del XIII e XIV secolo d.C. come torre d’avvistamento (Tor Chiesaccia), fiancheggia un sentiero che ricalca il tracciato dell’antica Via Ardeatina.
La vedetta, fabbricata con scaglie di selce, tufelli e frammenti di marmo, presenta due costruzione addossate: la principale, la torre vera e propria, di cui si conservano due piani e tracce di finestre quadrate, e un altro ambiente, alquanto più basso, unito alla struttura da un grande arco, probabilmente costruito durante la trasformazione del complesso in Casale-torre.
Lungo Via di Tor Pagnotta, a circa 150 metri a sud ovest del Casale delle Genzole, si trova un’altra torretta di guardia; la struttura, costruita sui resti di una cisterna romana in laterizio, è composta da tufelli frammisti a marmo e mattoni.
La stretta vicinanza di questo complesso con Tor Chiesaccia permetteva un controllo del primo tratto della viabilità per Ardea.
A circa 60 metri prima del Vicolo della Cecchignoletta i sondaggi preventivi hanno permesso di riconoscere, sull’antico tracciato dell’Ardeatina, le tracce di una biforcazione verso sud ovest; questo diverticolo, costituito da una profonda tagliata stradale, probabilmente già in uso tra il tardo periodo arcaico e la prima età repubblicana (fine V secolo a.C. – inizi del IV secolo a.C.), attraversava la città militare della Cecchignola e proseguiva verso la moderna Via Laurentina.
Nel 1934 nei pressi del bivio fra quest’ultima e Via dell’Acqua Acetosa Ostiense, durante la costruzione di una scuola elementare, sono riemersi i resti di questa strada basolata, probabilmente rimasta in uso fino ad epoca imperiale.
Un altro percorso viario, proveniente dalla tenuta delle Tre Fontane, tagliava il comprensorio da ovest; questa strada, riemersa agli inizi degli anni ’90 durante la costruzione dei serbatoi idrici ad est del quartiere Colle di Mezzo, si dirigeva, una volta superata la cisterna romana di torre d’Archetta all’interno della città militare, verso l’attuale percorso di Via Laurentina, nei pressi dell’area di Casale Massima.