Castel di Guido

Castel di Guido è il nome della quarantacinquesima zona di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.XLV.

Il toponimo indica anche una frazione di Roma Capitale.

Si trova nell’area ovest di Roma, in piccola parte a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.

Storia

La zona, con il nome di Lorium, era ampiamente popolata già nei primi anni del secondo secolo a.C., come recentemente scoperto grazie ad alcuni ritrovamenti nella necropoli vicino Massimina.

Nell’anno 846 Guido I di Spoleto, chiamato da Papa Sergio II, sconfigge i saraceni a Lorium, e la zona prende il nome di Terra di Guido il Saraceno. Secondo un documento datato 1073, un certo Robertus, dona il castrum quod cognominatur de Guido al cenobio di San Gregorio.

Qui si trova una delle oasi della LIPU, estesa per 250 ettari e, in località Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, con un’estensione di poco inferiore.

Lorium

Lorium era una località situata sulla via Aurelia, nei pressi dell’odierna Castel di Guido (nel XVI municipio di Roma). La località era citata nella Tabula Peutingeriana come prima stazione di posta sulla via, al suo XII miglio da Roma.

Vi si trovava una villa costruita dall’imperatore Antonino Pio, che vi morì nel 161 e nelle quale risiedettero anche Adriano e Marco Aurelio.

Nella località si sono rinvenute tracce di un borgo di epoca romana che attraversò una fase ricca di costruzioni nel corso della seconda metà del I secolo a.C. Resti di costruzioni ai lati della strada e di tombe furono rimessi in luce in scavi condotti nel 1823-1824.

Lorium fu sede di una antica diocesi, con il titolo di Santa Rufina, unificata sotto papa Callisto II con la diocesi di Porto nell’attuale sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina.

Sulle vicine colline esistono numerose tracce di ville romane suburbane residenziali. Gli scavi della Soprintendenza archeologica di Roma presso la villa dell’Olivella nel 2006, condotti dopo iniziali scavi clandestini di tombaroli scoperti dalla Guardia di finanza nel 2005, hanno riportato in luce un impianto termale con pavimenti a mosaico, pertinente ad una grande villa residenziale del II-III secolo. Altri due nuclei residenziali erano già stati individuati nei pressi sul monte delle Colonnacce (“villa delle Colonnacce”, già depredata dai tombaroli negli anni settanta), e sul monte Aurelio.