Balduina

La Balduina è un’area urbana del XIX Municipio di Roma. Si estende nel quartiere Q.XIV Trionfale.

Situata sul versante meridionale di Monte Mario, la Balduina, con i suoi 139 metri, è il punto più alto di Roma. È delimitata a sud dalle pendici della collina che formano un ingresso naturale all’angolo con via Antonio Labriola e via Gualtiero Serafino attraverso il viale delle Medaglie d’oro in un punto detto all’inizio del Novecento dogana della Balduina; a ovest dalla ferrovia FR3 Roma-Cesano-Viterbo scavallata però dagli abitati nella zona del cosiddetto Monte Ciocci che qui si affaccia sulla Valle Aurelia, chiamata anche “valle dell’Inferno” (dal latino “inferius”, cioè: “posta più sotto”); a nord è marcata dall’orografia del luogo, dagli istituti religiosi e dalle ville ai bordi della via Trionfale che qui passa in un profondo avvallamento non lontano dal Borgo Clementino della zona di S. Onofrio; a est dalla via Trionfale stessa, partendo dalla villa Stuart giù fino al Borghetto S. Lazzaro ai confini coi Prati di Castello.

La Balduina si divide in tre aree riconoscibili: la “Balduina” vera e propria, nel mezzo del quartiere e che ruota attorno alla piazza omonima; il “Belsito“, la zona di piazzale delle Medaglie d’oro e delle pendici verdi del parco della Vittoria, di villa Stuart e delle aree attorno l’hotel Cavalieri Hilton, fino a piazza Socrate; “Monte Ciocci“, vicino l’omonimo casale (forse peruzziano) prospiciente il colle Vaticano, appena sopra piazza Giovenale, nonché area più vecchia del quartiere, limitrofa ai prati di Castello e alle fornaci per la cottura dei mattoni destinati alla fabbrica di San Pietro. I nomi delle strade di quest’ultima zona sono quasi tutti di scrittori latini.

Sino all’inizio del Novecento i nomi Balduina e Monte Mario erano praticamente omonimi, essendo le zone retrostanti a campagna aperta e così non meglio identificabili; il nome Monte Mario è andato poi mano mano urbanisticamente “arretrando” verso S.Onofrio e la zona delle ‘Case Nostre’, individuando meglio il quartiere nell’altopiano ove si trova l’omonima stazione ferroviaria.

Storia

Il nome “Balduina” discende da quello del fratello di papa Giulio III del Monte (1550-1555), Baldovino, che possedeva vasti terreni su queste pendici di Monte Mario. La più antica via della Balduina ricalcava l’attuale via San Tommaso d’Aquino, staccandosi dalla via Trionfale nei pressi del Borghetto San Lazzaro, ultima tappa della via Francigena dei pellegrini diretti verso S. Pietro. Gli altri due assi principale del quartiere degli anni venti, viale delle Medaglie d’oro e viale Tito Livio, non erano stati ancora tracciati, così che la primigenia strada girava a destra sotto la collina argillosa dell’attuale fortilizio militare di viale delle Medaglie d’oro per entrare dentro i terreni di Baldovino all’altezza dell’edicola della Madonna del Pozzo (all’angolo con la omonima strada e via Elio Donato), edicola che conteneva un’immagine sacra poi spostata negli anni cinquanta del XX secolo nella adiacente chiesa di Santa Paola Romana.

Il quartiere si è sviluppato con un primo intervento a villini in base a una convenzione urbanistica approvata con delibera del consiglio comunale di Roma del 26 gennaio 1920 con la società dell’ing. Carlo Pomilio proprietaria dei terreni. La zona, infatti, era posta all’esterno del Piano Regolatore di Roma del 1909. Preesistenze erano le dimore disposte lungo la via Trionfale, villa Monte Mario, villa Stuart, casini e casali quali il Casino degli Spiriti, la succitata edicola votiva della Madonna del Pozzo nell’area omonima, alcuni edifici religiosi. Già con le modifiche apportate nel 1920 al regolamento speciale edilzio del 1911 e con la variante generale al piano regolatore messa a punto negli anni 1925-’26 e in gran parte recepita dal nuovo piano regolatore del 1931, si passa ad una edificazione più intensiva della zona, divenuta di proprietà dal 1940 della Società Generale Immobiliare. Il piano particolareggiato di esecuzione e le numerose varianti hanno incrementato notevolmente i pesi insediativi, portando al completamento dei prospetti sul viale Tito Livio e sul viale delle Medaglie d’oro, passando poi alle aree circostanti che hanno visto completare l’intervento all’incirca agli inizi degli anni ottanta, con la congiunzione di via della Balduina con la via Trionfale per mezzo di via Alfredo Durante.

Negli anni cinquanta (ma già dal ’47) si iniziano a formare cooperative edilizie per la realizzazione di palazzine condominiali nel quartiere. Le cooperative erano omogenee per categoria professionale dei soci (i giornalisti, i magistrati, gli ufficiali, i dipendenti dei vari Ministeri) iscritte all’elenco del Ministero dei Lavori Pubblici, sotto forma di società per azioni o a responsabilità limitata finanziate dai soci stessi e integrate con un contributo statale variabile e l’accensione di un mutuo agevolato (ad esempio con la Cassa dei Depositi e Prestiti). L’estinzione del mutuo, in genere trentacinquennale, portava infine allo scioglimento della cooperativa.
Le prime cooperative operarono nei lotti rimasti vuoti tra i villini dell’anteguerra sui viali delle Medaglie d’oro e Tito Livio, poi sulla nuova via della Balduina che ancora in quel decennio si fermava all’incrocio con via Ugo De Carolis proseguendo da lì con uno sterro, o ancora partendo dalla lottizzazione di piazza della Balduina, lambendo anche i casali e le piccole fattorie di agricoltori che ancora lavoravano nella zona, alcuni di essi vendendo le loro merci nel mercato (ancora all’aperto) di piazza Mazzaresi o in quello di via Vegezio.

Negli anni sessanta le palazzine si espandono su tutto il versante della collina, attestandosi da un lato al tracciato della ferrovia umbertina Roma-Viterbo e dall’altro alla dorsale segnata dalla via Trionfale che qui inizia a perdere la sua numerazione cardinale per assumere quella indicante la distanza metrica progressiva dalla piazza del Campidoglio.
Le tecniche costruttive dell’epoca, insieme all’orografia del luogo e alla disponibilità di argilla, hanno caratterizzato molti progetti del tempo con l’esecuzione di grandi muri perimetrali in tufelli scuri (ad esempio in via Friggeri, via Appiano, via Morpurgo) a tenere il terrapieno sul quale poi sorgeva in quota la palazzina dando talora ai piani terra la conformazione di giardini pensili. Altra caratteristica è divenuta poi l’abbondante presenza di scalinate, scalee o rampe in travertino a unire strade a quote diverse o a terminare le stesse (come in via Elpide).

Negli anni settanta il quartiere si è caratterizzato per un’intensa attività politica svolta dai residenti e dalla sezione del Movimento Sociale Italiano nella sede prima in via Valerio Scarabellotto e dopo, in viale delle Medaglie d’oro, 128. Questa si trovò coinvolta insieme a militanti di sinistra e polizia negli scontri a fuoco che il 30 settembre 1977 portarono alla morte del giovane comunista e militante di Lotta Continua Walter Rossi, freddato all’incrocio del viale con via Marziale, nei pressi di un distributore di carburante il cui titolare si salvò da un colpo solo perché il proiettile, forse di rimbalzo, si bloccò nella trama del suo maglione. Nei mesi seguenti la sezione fu, con quelle di via Ottaviano a Prati e via Assarotti a S. Onofrio, chiusa di forza dalle autorità senza poi, unica, riaprire.

Negli anni ottanta il riflusso dalla politica e da certe passioni civili ha visto il quartiere trasformarsi ancora, con la chiusura, insieme a tanti altri della città, dei due cinema presenti: nel 1988 il Balduina sulla omonima piazza e già nel 1985 il Belsito in piazzale delle Medaglie d’oro. Quest’ultimo è un lavoro del 1954 di Alberto Ressa, già progettista della Società Generale Immobiliare, ha una capienza di 720 posti (una gran platea da 558 posti e una galleria da 172). Fu recuperato negli anni ottanta come sala congressi per il PSI e dopo il 1993 come sala spettacoli, chiamato Bal Tabarin, sul modello del Moulin Rouge parigino, avventura conclusasi pochi anni dopo per il basso riscontro dell’iniziativa.

Negli anni novanta, con lo spostamento degli studi di Telemontecarlo (TMC) nei locali dell’ex cinema Balduina, (frazionati però per creare nell’area della vecchia uscita di sicurezza della sala alcuni locali Telecom) e l’arrivo della grande distribuzione, la zona ha ripreso una certa vitalità, per lo più legata allo shopping e a servizi legati al terziario.

Luoghi rilevanti

Presso la sommità del colle, sopra la via Trionfale, sono presenti alcuni luoghi celebri dello skyline della città: l’albergo Hilton Rome Cavalieri, l’antenna televisiva e l’Osservatorio astronomico, posto da Giuseppe Armellini nella villa Mellini, con annesso Museo Copernicano, dal quale passa il meridiano di Roma, con coordinate 41°54’N 12°30’E. Istituito nel 1923, dopo la chiusura degli antichi osservatori del Campidoglio e del Collegio Romano fu ufficialmente inaugurato nel 1938. L’Osservatorio è dotato di due cupole principali e di una torre solare. Quest’ultima contiene un celostato (strumento a specchi atto a seguire il Sole nel suo moto diurno) con il quale si effettuano studi di fisica solare. Del complesso facevano parte anche una palazzina trasformata nell’Ottocento in un neogotico villino denominato villa Falconieri che ospita la struttura “Piccolo rifugio” delle volontarie della carità e i due edifici all’angolo tra la via Trionfale e viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto. Uno di questi, fino al restauro del 1999, conservava visibili i resti dell’abside della vecchia chiesetta della Santa Croce abbattuta nel 1849. Ivi già insisteva un oratorio eretto per il Giubileo del 1350 e riscoperto nel 1971.

Alla sua base, a guardare la sottostante piana del Tevere, si apre per un’estensione di 120.000 m² il parco di Monte Mario, istituto nel 1990 con la messa a dimora di 16.000 essenze verdi che affiancano la tradizionale vegetazione mediterranea dal marcato profilo di pini domestici (Pinus pinea). La sua esecuzione è stata attuata nel 1993.