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Un'anima che cerca di progredire, pur nella caduta. Un'anima che cade da sempre e per sempre cadrà. Un'anima che ha perso la sua anima.

Val Melaina

Val Melaina (detta anche Nuovo Salario)è il nome della prima zona di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.I.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4b del IV Municipio.

Si trova nell’area nord del comune, internamente al Grande Raccordo Anulare.

Tufello

Tufello è il nome della zona urbanistica 4i del IV Municipio del comune di Roma. Si estende sul quartiere Q.XVI Monte Sacro.

Già borgata ufficiale si trova nella periferia nord della città, compreso tra viale Jonio, via delle Vigne Nuove, via Giovanni Conti, tratto di via Monte Massico e via di Val Melaina.
Il nome, probabilmente, deriva dal tufillo, una roccia sedimentaria derivante dal tufo.

L’architettura, pur essendo decisamente eterogenea, si può sostanzialmente suddividere in due macro settori con la via delle Isole Curzolane a fungere da confine ideale: a sud è classica e tipica degli edifici di inizio ‘900 (rientrando il quartiere nel progetto urbanistico “Città-Giardino Aniene”) mentre a nord rispecchia l’edilizia popolare degli anni sessanta-settanta (anche se a differenza di altri quartieri di Roma, qui vengono mantenuti ampi spazi di verde tra gli edifici).

Negli ultimi anni l’intero quartiere ha subito una massiccia riqualificazione sociale ed urbanistica, legata in particolare ai riscatti delle ex case popolari ed alla successiva alienazione. Questo fenomeno ha provocato, come conseguenza, un’enorme riabilitazione commerciale e ripresa di valore degli appartamenti, favorita anche dalla fortunata posizione tra i quartieri alto-residenziali di Monte Sacro e Talenti.

A questa trasformazione, poi, deve aver sicuramente contribuito anche il pregio architettonico di alcune palazzine tra quelle edificate negli anni venti del ‘900 (in tipico stile “Barocchetto Romano”), con la peculiarità di offrire ai residenti, oltre ad una surreale tranquillità, anche la fortuna di vivere completamente immersi nel verde (cose abbastanza rare per i quartieri semi-periferici). Fulcro della zona è il mercato coperto di piazza dei Colli Euganei dove vi arriva a comprare gente anche dai quartieri limitrofi.

Marcigliana

Marcigliana è il nome della terza zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.III.
Si trova nell’area nord del comune, a ridosso del confine con i comuni di Riano e Monterotondo.

Storia

Sono numerosi i reperti archeologici dei resti di una città con relativi complessi tombali. Sembra si tratti di Crustumerium, un’antica città del Lazio primitivo, che nella storia è ricordata, per il ratto delle Sabine, in lotta con Roma già al tempo di Romolo.

La città occupava la collina della Marcigliana Vecchia (sulla destra della Via Salaria, appena oltrepassato lo svincolo dell’Autostrada per Firenze) e quella contigua di Campogrande; era perciò in posizione dominante sul Tevere, e a scopo difensivo, sul lato che volge all’entroterra era limitata da un lungo avvallamento artificiale che doveva essere completato da un terrapieno.

Nel 380 a.C., quando l’abitato era stato già sostanzialmente abbandonato, nel territorio di Crustumerium le fonti antiche ricordano la terribile battaglia del fiume Allia (l’odierno fosso della Regina o fosso Maestro), dove i Romani combatterono contro i Galli guidati da Brenno e subirono una rovinosa sconfitta.

Anche in altri punti della collina sono riconoscibili i resti di una fortificazione di forma quadrata. Sulle alture vicine si ritrovano necropoli con tombe a grotticella e a camera, scavate nel periodo che va dall’VIII al V secolo a.C.. Sono inoltre visibili le tracce delle principali strade che univano la città di Crustumerium con le vicine Nomentum, Ficulea e Fidenae.

Successivamente, in epoca medioevale, si svilupparono gli insediamenti a fini agricoli e/o di pastorizia nel territorio, con la distribuzione in grandi ‘Tenute’ dell’Agro Romano comprendenti case padronali e alloggi per coloro che vi lavoravano, oltre che edifici per il ricovero del bestiame.

I nomi assunti dalle Tenute e dalle strade che le collegavano o le attraversavano erano per lo più legati ai possessori.

La Riserva Naturale Marcigliana 

E’un’area naturale protetta sita in provincia di Roma, tra i comuni di Roma, Fonte Nuova, Mentana e Monterotondo, tra via Salaria, via Nomentana, via della Marcigliana e via della Cesarina.
Esteso per oltre 4.000 ettari il paesaggio è rurale e composto da campi coltivati, spallette boscose e filari di alberi lungo le strade private.
In questo parco si trovano i fondi di Torre Madonna, Fonte di Papa, Massa, Ciampiglia Barberini, Ciampiglia Del Bufalo, Santa Colomba, Valle Ornara, Casal della Donna, Capitignano, Olevano, Cesarina, Capobianco, Sant’Agata e Coazzo; di quest’ultimo è visibile il casale presso l’incrocio di via della Cesarina con la Nomentana.
Lungo il tratto settentrionale di via di Tor San Giovanni è il casale di Tor San Giovanni, edificio medievale con torre.
In tutto il territorio considerato sono sparsi resti di età romana, in parte non visitabili perché gran parte del parco è di proprietà privata. Un vasto settore, corrispondente all’antica Tenuta Capitignano (detta poi Tor San Giovanni in quanto divenuta di proprietà dell’Ospedale di San Giovanni) è oggi di proprietà del Comune di Roma e vi ha sede la “Casa del Parco”. Un appezzamento di meno di 60 ettari, lungo Via della Marcigliana, è di proprietà demaniale e corrisponde al principale sepolcreto (Monte Del Bufalo, dalla famiglia Del Bufalo) dell’antica città di Crustumerium, il cui settore insediativo è ancora di proprietà privata (Duca Grazioli). L’abitato antico e il circondario (circa 500 ettari) sono assoggettati ad un provvedimento di stretta tutela archeologica.

Crustumerio

Fu un’antica città del Latium, oggi scomparsa.
Secondo gli storici antichi questa città si trovava a nord di Fidene, non molto distante dalla riva sinistra del Tevere, presso il fiume Allia. Mentre non esiste certezza sulla natura dei suoi abitanti che secondo i diversi autori erano originari dai Sabini o dai Latini o Falisci o addirittura dai Siculi.
La sua necropoli è stata individuata recentemente, negli anni settanta, nella zona a nord di Roma presso via della Marcigliana.
Publio Virgilio Marone ci descrive Crustumerio come una delle 5 città che fabbricarono le armi usate contro Enea. Livio ci da molte notizie sulla città che fu sottomessa da Romolo, e poi Tarquinio Prisco annesse definitivamente il suo territorio detto Agro Crustumino con la formazione della tribù clustumina.
Decadde dopo la distruzione di Veio nel IV secolo a.C.

Villa Spada

E’ una frazione di Roma Capitale, situata in zona Z.II Castel Giubileo, nel territorio del Municipio Roma IV.

Sorge a cavallo della via Salaria, ad est sull’omonimo colle, ad ovest fino alle sponde del vicino fiume Tevere. È separata dalla frazione di Fidene da un ponte del IX secolo sulla via Radicofani.
Nel lato ovest lungo la via Salaria, sorgono edifici quali il palazzo della sede di SKY ITALIA e il circolo “Villa Spada” del centro logistico della guardia di Finanza.

La Villa

Al n°1 di via Giacomo Medici si trova Villa Spada, costruita nel 1639 dall’architetto Francesco Baratta, su commissione di Vincenzo Nobili.
La denominazione Villa Spada comparve per la prima volta sulla pianta del Nolli nel 1748, nella quale si può osservare la proprietà attraversata longitudinalmente da due vialetti rettilinei e la palazzina con i giardini, appartenente al principe don Giuseppe Spada Varalli.
Nel 1849 l’edificio divenne sede del quartier generale di Garibaldi, dopo la rovina di Villa Savorelli (oggi Villa Aurelia). Villa Spada era tenuta dal battaglione dei Bersaglieri Lombardi, comandati dal colonnello Luciano Manara, di 24 anni, eroe delle Cinque Giornate di Milano e poi Capo di Stato Maggiore di Garibaldi.
La villa fu squassata dalle cannonate e crivellata dal violento fuoco di fucileria. Manara fu ucciso da un colpo di carabina, ma i suoi bersaglieri continuarono a resistere. Era il 30 giugno 1849 e la sera stessa l’Assemblea della Repubblica decretava la cessazione della resistenza.
Attualmente Villa Spada è sede dell’Ambasciata d’Irlanda presso la Santa Sede.

Fidene

Fidene (in latino Fidenae) è una frazione di Roma Capitale, situata in zona Z.II Castel Giubileo, nel territorio del Municipio Roma IV.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4d del IV Municipio. 

Storia

Fidene (o Fidenae) era un’antica città del Lazio, situata a circa8 chilometri a nord di Roma sulla Via Salaria, nel punto in cui questa correva lungo il Tevere. Sorse, in base alle testimonianze archeologiche, nel sec. XI a.C. La città, sul colle di Villa Spada, era posta in una posizione strategica, in quanto poteva controllare le vie commerciali con i Sabini, quelle tra l’Etruria e le città greche della Campania, nonché i traffici fluviali che avvenivano lungo il Tevere.Era nota inoltre per la fertilità del territorio, dovuta anche alla vicinanza con il Tevere.

La città era cinta da mura e nell’ambito del suo territorio di influenza rientrava anche la zona di Montesacro .La lotta tra Fidene e Roma durò per oltre quattro secoli, inserendosi più volte in quella combattuta dai romani contro la città etrusca di Veio.

I Romani attaccarono più volte la città con Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio e con i Tarquini al fine di imporre il predominio romano in una zona che costituiva un punto nevralgico dal punto di vista economico-strategico.La città fu occupata una prima volta dai romani nel474 a.C., che qui vi posero una loro guarnigione. Nel438 a.C. i Fidenati cacciarono la guarnigione romana e si allearono ai Falisci e agli Etruschi per contrastare i romani; la guerra fu cruenta e si risolse definitivamente nel435 a.C., con la distruzione e il saccheggio della città operata dai romani, che trassero in schiavitù tutti i suoi abitanti.

Per molto tempo rappresentò il confine settentrionale del territorio romano e spesso fu sottoposta al governo di Veio. Probabilmente finì definitivamente nell’orbita romana con la caduta della città etrusca e alcuni autori antichi ci raccontano che a quei tempi era quasi del tutto deserta. Conservò però a lungo la funzione di stazione di cambio per i cavalli.

Il luogo dove sorgeva l’acropoli di Fidene probabilmente si può identificare con la collina dove attualmente sorge Villa Spada, anche se non sono presenti tracce di edifici o opere difensive che lo provino con certezza; tombe di epoca pre-romana sono state ritrovate sulle pendici nord della collina.

Successivamente il villaggio fu ricostruito sulle pendici orientali della collina, lungola via Salaria, e la sua curia, con un’iscrizione dedicata dal Senato di Fidene a M. Aurelius, fu qui scoperta nel 1889, insieme a resti di alcuni edifici.

In particolare con la presa di Cenina (Ponte Mammolo lungola via Tiburtina), del territorio di Ficulea (tra la Nomentana e il Grande Raccordo Anulare), di Crusterium (nel settore N-E della Salaria) e con le assegnazioni di territori dell’agro di Fidene ai clienti della gens Claudia, – nonché con la battaglia sul fiume Cremera si era cercato , di isolare e accerchiare la città di Fidene da Veio e dalle importanti vie di comunicazione fluviali (Tevere) e terrestri (Via Salaria). Per contrastare i Romani la città di Fidene si era alleata con l’etrusca Veio, ma nel474 aseguito dell’armistizio quarantennale tra Roma e Veio la città di Fidene era stata occupata da una guarnigione romana. Nel 438 il pericolo per Roma fu grande perché i Fidenati dopo aver cacciato la guarnigione romana avevano stipulato una coalizione con Veieti e Falisci al fine di formare un esercito in comune per contrastare la potenza romana in ascesa. Con queste truppe, infatti, si erano spinti fin sotto le mura di Roma. I Romani, tuttavia, non erano rimasti inoperosi: nel 438 venne inviato contro Veio il console A.C. Cosso. Il generale romano dopo aver battuto l’esercito etrusco issò la testa del re di Veio (Tolumnio) su una lancia e i combattenti veienti e fidenati visto ciò si diedero alla fuga. Nell’anno successivo i nuovi consoli, Malungineuse e Crasso, depredarono l’agro di Fidene ed entrarono nel territorio di Falerii. Di li a poco, però, la città di Fidene fu conquistata, saccheggiata e data alle fiamme dai romani (436-435 a.C.). La città divenne un “municipium” di Roma e parte degli abitanti cadde in schiavitù. Per ricostruire le mura ed alcuni edifici che erano stati distrutti dopo l’incendio gallico, i Romani fecero affluire da Fidene una grossa quantità di pietre di tufo. Con la caduta di Fidene l’Urbe riuscì a porsi in una posizione favorevole nella lotta contro Veio.

La casa protostorica di Fidene 

E’ la ricostruzione in scala reale di una casa della fine del IX secolo a.C. rinvenuta quasi integra nella borgata Fidene, a Roma, nella zona Castel Giubileo.
La ricostruzione, realizzata con l’ausilio di tecniche costruttive antiche, è situata in un’area recintata di via Quarrata, a non molta distanza dal sito della struttura originale, risalente all’età del ferro.

La Cesarina

Prendendo Via della Cesarina si può arrivare a quello che è ancora conosciuto come il Casale della Cesarina vecchia, oggi sede di una moderna azienda agro-zootecnica. Il complesso è situato in una zona in cui nei secoli scorsi ci furono diversi rinvenimenti archeologici di epoca imperiale, e quella si ipotizzò essere la probabile sede dell’antichissima Ficulea.

Gli stanziamenti abitativi della zona si sono sviluppati in periodi diversi. I primi insediamenti abitati esistenti, come già ricordato, erano fondamentalmente legati alla vita nelle varie ‘Tenute’, sfruttate a fini agricoli e/o di pastorizia.

Tor San Giovanni

Tor San Giovanni è il nome della quinta zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.V.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4o dell’IV Municipio.
Si trova nell’area nord-est del comune, a ridosso del confine con i comuni di Mentana e Fonte Nuova.

La tenuta di Tor San Giovanni, dove si trova la torre omonima sorta sulle rovine di un’antica villa, deve il nome all’essere appartenuta al Capitolo Lateranense, ed è ricordata in vari documenti di affitti che detto Capitolo fece alle famiglie De Rubeis, Astalli, De Leonis; antecedentemente però, in un documento del 1012, è ricordata con il nome di Capitignano, ed assunse il nome di Torre di San Giovanni dopo il 1564 quando fu acquistata dall’Ospedale omonimo.

Proseguendo sulla Via di Tor San Giovanni, all’incrocio con Via della Marcigliana e Via della Cesarina, subito dopo il bel viale di eucalipti si incontra sulla destra un casale abitato di epoca ottocentesca, con un motivo ad arco sul muro che dà accesso al cortile interno. Fino a non molti anni fa appartenne al Pio Istituto di S. Spirito, del quale si vede, sul portale di ingresso del casale, lo stemma con la croce a doppio braccio.

Casal Boccone

Casal Boccone è il nome della quarta zona del comune di Roma nell’Agro Romano, indicata con Z.IV.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4f del IV Municipio.
Si trova nell’area nord del comune, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare.

Il nucleo centrale è rappresentato dalla borgata inizialmente denominata Bufalotta, poi detta di Casalboccone ed attualmente di S. Maria delle Grazie, costruita ai lati di Via della Bufalotta e a ridosso di Via di Settebagni e Via di Casalboccone.

Storia

La formazione di questo insediamento iniziò subito dopo la seconda guerra mondiale con la lottizzazione dei terreni di proprietà dei fratelli Brandizzi.

Inizialmente lo sviluppo fu piuttosto lento, infatti nel 1956 solo poche decine di lotti erano stati edificati, poi sempre più velocemente, con la realizzazione di altri insediamenti: Ville, Cinquina, Strade bianche (poi Strade Australiane).

Le caratteristiche erano quasi esclusivamente residenziali, in modo sincrono con lo sviluppo economico che in tutta Italia stava verificandosi.Infatti, in pochi anni migliaia di persone abbandonarono paesi e campagne per raggiungere Roma, attratte dalla speranza di migliori condizioni di vita e di trovare un lavoro.

Il nome che assunse la borgata che era stata il nucleo iniziale, S. Maria delle Grazie, sarebbe stato legato ad una piccola edicola ricavata su una colonna del cancello di ingresso alla casa della famiglia Rocchi, una delle prime ad essere costruita, antecedentemente agli anni ’50, e sede della prima attività commerciale della zona.

L’edicola originaria ormai è andata distrutta, ma è stata sostituita con quella attualmente presente, che riporta la medesima immagine in fotoceramica.

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Bufalotta

Bufalotta è il nome della zona urbanistica 4n del IV Municipio del comune di Roma. Si estende sulla zona Z.III Marcigliana.

A rigore il nome Bufalotta spetta ad un terreno di oltre 300 ettari ancora non urbanizzato (è compreso nella Riserva Naturale Marcigliana), corrispondente all’antica tenuta “Ciampiglia dei Del Bufalo” (nel 1200 passò a detta nobile famiglia di Pistoia trasferitasi a Roma, nel cui stemma figura la testa di un bufalo con un anello alle narici e il motto fra le corna), detta in seguito anche Bufalotta.
La strada che da Roma (dopo Ponte Nomentano) conduceva alla tenuta fu quindi denominata “via della Bufalotta”. Nell’ambito del contemporaneo sistema di riferimento toponomastico, e in spregio all’opportuno mantenimento delle denominazioni tradizionali, le nuove zone residenziali finiscono per usurpare il nome delle originali destinazioni della viabilità radiale, assumendolo a loro volta dalle strade che fiancheggiano: pertanto, come nella periferia romana occidentale si parla di Boccea a proposito di nuove urbanizzazioni che fiancheggiano la via che portava fino alla vera località Boccea, sulla riva sinistra del fiume Arrone, così oggi il nome Bufalotta è indefinitamente attribuito alle nuove aree che costeggiano la via omonima, mentre è quasi perduta la consapevolezza del luogo a cui in origine spettava tale nome.
Appare quindi infondata l’etimologia che fa riferimento alla presenza lungo la strada di pascoli destinati specialmente a bufale da latte.

Ricerche condotte tra il 1980 e il 1986 in una zona della Bufalotta vicino al Grande Raccordo Anulare, hanno consentito il ritrovamento di reperti fossili (elefanti, rinoceronti, ippopotami, cavalli, cervi) risalenti a più di 700.000 anni fa. Gli abitati della zona si sono sviluppati in periodi diversi, ma i primi insediamenti erano fondamentalmente legati alla vita nelle varie ‘Tenute’, sfruttate a fini agricoli e/o di pastorizia.

Sono ancora visibili le torri, edificate su preesistenti ruderi romani, del castello di Redicicoli, sulla sinistra di Via di Settebagni, circa 2 Km. prima di uscire sul Grande Raccordo Anulare nei pressi della Via Salaria, provenendo da Via della Bufalotta e all’incrocio di Via delle Vigne Nuove con Via di Settebagni.
Nel percorso di Via della Marcigliana per raggiungere Via della Bufalotta, è possibile osservare il castello dei Duchi Grazioli.

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