Appio Claudio

Appio Claudio è il nome del venticinquesimo quartiere di Roma, indicato con Q.XXV.
Prende il nome dal politico e letterato romano Appio Claudio Cieco, a cui si deve la costruzione della via Appia e di opere idriche.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 10b del X Municipio.
Si trova nel quadrante sud-est della città.
A nord-est l’Appio Claudio confina direttamente con il quartiere Don Bosco (dal quale è diviso da via Tuscolana). Ad est, via delle Capannelle separa il quartiere dalla zona di Capannelle nel tratto tra la Tuscolana e l’Appia nuova.
Ad ovest, la via Appia Nuova forma il confine con la zona di Torricola e con l’Appio Pignatelli fino a via del Quadraro che delimita, sempre ad ovest, l’Appio Claudio dal quartiere Tuscolano (tratto compreso tra l’Appia Nuova e la Tuscolana).

Zone
Come avviene in parecchie aree urbane della capitale, le denominazioni ufficiali dei quartieri non corrispondono necessariamente alle quelle usate nel linguaggio corrente: insieme al quartiere di Don Bosco, l’Appio Claudio coincide, in parte, con la zona di Roma comunemente chiamata Cinecittà per via dei vicini stabilimenti cinematografici.
La zona principale del quartiere si trova presso la via Tuscolana, all’altezza di viale Giulio Agricola e largo Appio Claudio, dove risiedeva fino al Duemila l’omonimo mercato. A sud di questa zona si estende una superficie non edificata che comprende il parco di via Lemonia e l’area percorsa, da nord-est a sud-ovest, da alcuni acquedotti, dalla via Appia Nuova e dalle due ferrovie che portano in direzione di Cassino e di Formia. Principalmente caratterizzato da imponenti casamenti condominiali di sette – otto piani, con strade strette e privi di spazi verdi interni, tipiche dell’edilizia popolare anni cinquanta – sessanta, il quartiere si distingue a ridosso del Parco e nella caratteristica via Lemonia, per delle abitazioni signorili, non alla portata di tutti. Si tratta di una particolarità che ha favorito un contatto tra diverse fasce sociali, soprattutto nei giovani, ed un incentivo per una migliore qualità di vita nel quartiere stesso.
Presso l’Appia Nuova è situata la zona residenziale dello Statuario, unita al territorio dell’Appio Claudio dopo la seconda guerra mondiale. Il nome di questa zona, di antiche origini, potrebbe avere a che fare con il ritrovamento di numerose statue nelle vicinanze, oppure dal fatto che vi abitavano originariamente diversi scultori.

Storia
I film del neorealismo degli anni del dopoguerra ci mostrano i paesaggi di una zona non edificata in prossimità degli stabilimenti di Cinecittà. Spesso, sullo sfondo delle scene si riconosce la cupola della vicina chiesa di San Giovanni Bosco (Don Bosco), allora ancora solitaria in mezzo alla campagna. Ad esempio, Pier Paolo Pasolini, nel suo film “Mamma Roma” girato dove adesso sorge la parrocchia di San Policarpo, ha scelto molte scene per la realizzazione del suo film. Infatti, il quartiere fu costruito in massima parte negli anni cinquanta anche grazie all’intervento dell’Ina-Casa. La nascita del quartiere fu seguita da una lenta crescita delle infrastrutture. La zona era, fin dall’inizio, afflitta da problemi di piccola criminalità e da conflitti tra gli abitanti del quartiere e quelli degli insediamenti, detti all’epoca degli anni 60/70 “baraccati”, gente nomade o proveniente da regioni come Abruzzo, Molise e Calabria. Questi dormivano sotto l’acquedotto Felice, dove avevano costruito delle casette, chiamate appunto baracche. Proprio in queste improvvisate costruzioni che sorgevano alle spalle della parrocchia di San Policarpo, un prete di nome Don Sardella realizzò la prima scuola per queste persone. Lo smantellamento di questa comunità iniziò negli anni settanta con l’occupazione della parrocchia di San Policarpo e l’assegnazione di appartamenti grazie all’interessamento del parroco di allora Mons. Sisto Gualtieri; una parte degli sfollati si recò a vivere in appartamenti in Ostia Lido, altri in appartamenti vicini alla parrocchia stessa. Oggi, l’area ristrutturata totalmente è chiamata Parco degli Acquedotti, in quanto presenti ben due acquedotti, uno di epoca romana IV sec. Acquedotto Claudio, l’altro fatto restaurare da Papa Sisto V Felice Peretti nel XVI sec. e per questo denominato acquedotto Felice.
Nel 1980 una consistente spinta allo sviluppo urbano fu data dall’apertura della Linea A della metropolitana di Roma, di importanza vitale per il quartiere. Il completamento dei lavori avvenne in vent’anni, tra interruzioni, blocchi della viabilità a ridosso delle stazioni e polemiche. Sempre agli anni ottanta risalgono gli interventi di valorizzazione del parco, con la demolizione delle ultime baracche. Nel 2007 gli ultimi orti abusivi presenti all’interno del parco furono smantellati ridonando la bellezza ed il libero uso a tutti i cittadini di un parco dotato di notevoli ricchezze archeologiche.
Dall’inizio del nostro secolo, la popolazione del quartiere accusa disagi a causa di un sensibile aumento del traffico sia urbano che aereo. L’incremento dei voli verso il vicino aeroporto di Ciampino è dovuto alla politica dei voli a basso prezzo.

Siti archeologici e parchi
Di grande importanza culturale è il Parco degli Acquedotti, detto anche parco di via Lemonia. È percorso da uno dei tratti più suggestivi dell’Acquedotto Claudio, dell’Acquedotto Felice e dell’Aqua Marcia. Tra i tre, quello più imponente è senza dubbio l’Acquedotto Claudio, restaurato nel 776 dal papa Adriano I dopo la guerra gotica ed andato in seguito in rovina. Verso la fine del Medioevo, parte della sostanza dell’acquedotto fu demolita per ricavarne materiale edilizio: è stata questa la causa delle lacune che oggi ne caratterizzano il percorso creando un caratteristico andamento a singhiozzo..
Nel parco si trovano, oltre agli acquedotti ed alla chiesa parrocchiale, dei reperti archeologici di diversi tipi.
Tra questi, si ricorda la tomba dei cento scalini, usata per decenni a mo’ di discarica di rifiuti.